Provita invita i ragazzi a non usare mai i preservativi perché «inquinano e non funzionano»


L'organizzazione politica Provita Onlus torna ancora una volta ad invitare i ragazzi a non usare mai il preservativo quale mezzo di prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili. Una irresponsabile crociata che mette a a rischio la salute pubblica, anche se ovviamente il fine ultimo pare sia sempre e solo una rivendicazione partitica che possa promuovere quell'ultra-destra che tanto piace al loro presidente e al figlio del leader di Forza Nuova che lavora come loro caporedattore.
L'attacco è contenuto in un vergognoso articolo firmato dalla solita Teresa Moro che, a nome di una "onlus" finanziata con denaro pubblico, si scaglia cotro la campagna pubblicitaria dei preservativi a marchio Coop:

«Fallo come vuoi, ma fallo protetto!»; «In amore vince chi si protegge»; o, ancora: «L’unica scelta sbagliata è farlo senza!». [...] gli slogan citati fanno parte della grande campagna pubblicitaria messa in atto dalla rossa Coop, in occasione del lancio sul mercato della linea di preservativi “Fallo protetto”. Campagna fatta di immagini e video che sviliscono l’atto sessuale a un mero esercizio fisico: non importa con chi si è, dove si è, quale legame c’è nella coppia, se si è un uomo e una donna (perché, ovviamente, nelle varie pubblicità non poteva mancare anche la coppia omosessuale!)… l’importante è avere il preservativo! E meglio ancora se è economico come quello della Coop, così tutte le persone “del popolo” – e soprattutto i più giovani, si legge nel sito di riferimento – possono fare sesso senza dover pensare troppo al portafoglio.

Si sostiene dunque che uno spot sui preservativi dovrebbe proporre del falso moralismo contro chiunque osi fare sesso senza avere una moglie a casa. Un'asserzione che nega la realtà di come in Italia si contino ben 9 milioni di persone che risultano essere clienti di prostitute (così come il presidente di Provita dovrebbe ben sapere dato che la tessera della sua azienda di trasporti offre sconti sulle prestazioni delle prostitute di Praga).
E se il populismo della Moro è parte di una strategia comunicativa orientata al solo mercato integralista, non si capisce come i loro lettori non si sentano offesi dalle "argomentazioni" tragicomiche fornite loro dalla signora Moro:

Eppure, a ben vedere, tra le tante certezze che la campagna pubblicitaria pone, alcune domande rimangono senza risposta. Per esempio: chi dice ai compagni della Coop che per avere i loro preservativi in lattice vengono sfruttate tantissime persone?; chi dice ai compagni della Coop che i preservativi inquinano e sono anche pericolosi per la salute delle persone, dal momento che rilasciano sostanze velenose al contatto con la pelle?; chi dice ai compagni della Coop che i preservativi non proteggono dalle malattie sessualmente trasmissibili?; chi dice ai compagni della Coop che, se non fanno figli, a breve non avranno più persone in grado portare avanti la “rivoluzione proletaria”? E, ancora, chi dice ai compagni della Coop che il preservativo mette una barriera fisica e ideale nella coppia, impedendo l’unità?

Ancora una volta si afferma che il fine ultimo dell'esistenza umana sia la produzione di bambini, raccontando che ogni singolo atto sessuale dovrebbe mirare alla riproduzione, magari anche se compiuto da due sedicenni o da un padre di famiglia che se ne va a prostitute dopo aver mollati i bambini alla moglie.
Non è molto chiaro neppure quali sarebbero le persone "sfruttate" per la produzione di preservativi, così come priva di ogni scientificità è il suo affermare che «non proteggono dalle malattie sessualmente trasmissibili».
Anzi, se si considera che il riferimento è un dispositivo medico certificato dal Ministero della sanità, la realtà dei fatti ci porta ad osservare una fondamentalista che, senza alcuna argomentazione e senza alcuna competenza specifica sul tema, si sete libera di spergiurare l'inefficacia di uno strumento certificato da rigorosi studi scientifici solo perché lei non vuole che i ragazzi possano fare sesso contro il suo volere.

Sempre intenzionata a sfruttare con finalità partitiche il suo irresponsabile invito al sesso senza precauzioni, la fondamentalista prova pure a sostenere che quei nove milioni di clienti che vanno a prostitute avrebbero in mente solo la procreazione come fine ultimo dei loro atti sessuali:

Cara Coop, la coerenza è una virtù. Ed è vero che il colore rosso dell’amore è nelle tue corde, ma forse quello che ti manca è proprio un’idea chiara di cosa sia questo “amore”: lo si capisce bene dallo slogan «In amore vince chi si protegge». Non c’è nulla di più sbagliato: in amore vince chi si dona all’altro senza riserve, senza calcoli e senza pretese. Concetti alti, che valgono molto più di una confezione di preservativi e del godimento fisico che il sesso può generare. Cose da gente di classe…

Quindi non solo l'integralista invita a tenere comportamenti pericolosi che possono mettere a repentaglio la propria salute e quella degli altri, ma invita pure a cercare di ingravidare quante più donne sia possibile dicendo che il vero amore è solo quello che produce bambini senza che ci si preoccupi delle conseguenze. Tanto saranno le ragazze madre o i bambini che non potranno essere mantenuti a subire tutte le conseguenze di un'ideologia dettata solo dal suo interesse politico.
La speranza, però, è che la signora moro possa essere chiamata in tribunale qualora anche solo uno dei suoi lettori si ritrovi a dover affrontare delle gravi conseguenze per la propria salute fisica a seguito della sua disinformazione, così come si spera che il Ministero non vorrà tacere mentre c'è chi usa i soldi dei cittadini per promuovere stili di vita che risultano pericolosi per la salute pubblica.

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