Teme che la figlia 13enne sia lesbica e le infila nel letto un 18enne. Condannata la madre omofoba


L'ennesima storia di ordinaria follia omofoba giinge da Torino, la città di Silvana De Maria. Un 57enne si è detta «preoccupata» perché temeva che la figlia tredicenne potesse essere lesbica dato che «stava quasi sempre con le sue amichette». Da qui il suo piano per favorire l’amicizia con un ragazzo di 18 anni ospitato in casa, al quale diede il suo «consenso e approvazione» ad un rapporto sessuale con la ragazzina.
La donna, con cittadinanza italiana, è stata condannata dalla prima sezione penale del tribunale di Torino a quattro anni e sei mesi di reclusione per concorso in atti sessuali con minorenne, nonché alla perdita della responsabilità genitoriale, l'esclusione dalla successione della figlia e l'interdizione perpetua da qualunque incarico in scuole, uffici ed istituzioni frequentate prevalentemente da minori. Il ragazzo ha patteggiato una pena ad un anno e otto mesi di reclusione con la condizionale.
La linea difensiva della madre si è basata sul sostenere che lei aveva sette anni di differenza con suo marito e che «non pensavo potesse accadere tutto questo: lui mi diceva che non cercava sesso». Una convinzione assai strana, dato che anche la 57enne aveva fatto sesso proprio con quel 18enne: «Una volta ho ceduto -dice- ma non ci fu mai una relazione. Era una brava persona, mi dava stabilità, mio marito se n'era andato via di casa».
Il caso è finito dinnanzi alla magistratura non appena la piccola ha trovato il coraggio di confessare l'accaduto alla preside della sua scuola, la quale ha doverosamente allertato la polizia municipale. Durante la sua requisitoria, il pm ha citato le frasi della figlia e del ragazzo: «Quella donna era una manipolatrice, e sfruttò l'innamoramento del ragazzo per la piccola [...] Un giorno disse a lui: “So che stai con mia figlia, ma non puoi stare anche con me?”».
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