Adinolfi candida pure Giorgio Celsi, il fondamentalista che brandisce il suo crocefisso contro gay e diritti delle donne


Dopo la candidatura della fondamentalista attualmente indagata dalla Procura per incitamento all'odio, il partito di Mario Adinolfi ci propone un altro personaggio impresentabile che ha ampiamente fatto sfoggio del suo profondo odio contro interi gruppi sociali. Si tratta di Giorgio Celsi, presidente di Ora et labora ed infermiere.
L'integralista è apprezzato dagli adinolfiniani per il suo andare in giro con un crocefisso adornato con pupazzetti di feti abortiti e per il suo distribuire volantini in cui si sostiene che i gay rappresentino una minaccia per la salute pubblica degli eterosessuali.

Postando un'immagine che lo ritrae al fianco dell'integralista Cafarra (amatissimo tra i fondamentalisti e neofascisti), è dalla sua pagina Facebook che scrive:

Carissimi amici dopo alcuni giorni di riflessione, dopo essermi consultato con il mio padre spirituale e con l’amica Silvana de Mari, ho accettato l'invito di Gianfranco Amato a candidarmi per il Popolo della Famiglia che ha come programma la Dottrina Sociale della Chiesa.
Questo perché ritengo fondamentale la presenza al governo di persone che difendano la Vita senza compromessi e perché si possono approvare leggi a difesa della Vita e della famiglia e abrogare quelle volte a demolire i principi non negoziabili.
In rappresentanza delle milioni di persone snobbate ai vari Family Day.
Nulla cambierà nell’Associazione Ora et Labora in difesa della Vita, della quale rimarrò il presidente.
Mi affido alle vs preghiere.

Aderendo all'ideologia che permea il partito integralista di Adinolfi, anche Celsi si pone come un uomo che vuole imporre le sue regole mentre si rifiuta di rispettare la legge. Ad esempio, per gli infermieri è fatto divieto l'utilizzo della divisa fuori dall'orario di lavoro e nei periodi di assenza dal servizio, eppure è vantandosi del proprio comportamento che da anni che cerca visibilità attraverso un uso politico della sua uniforme, puntualmente esibita quando manifesta davanti agli ospedali o mentre marcia al fianco di Forza Nuova alle manifestazioni organizzate dall'estrema destra neofascista.

Facendo facile vittimismo, già nel 2011 finì sui giornali locali grazie al suo sostenere che la richiesta del rispetto di quei regolamenti sanitari a tutela dei pazienti fosse da lui inteso come «una intimidazione» alla sua crociata contro la libertà altrui, motivo per cui annunciava che lui se ne sarebbe fregato. Le molteplici diffide unite alla promessa di possibili azioni disciplinari pare non abbiano mai avuto alcun esito reale, motivo per cui lui continua tranquillamente a lavorare per quella Clinica Zucchi di Carate Brianza (parte del Gruppo San Donato e quindi uno tra i più grossi e finanziati gruppi sanitari della Lombardia).

Dalla sua pagina Facebook, l'integralista ama tentare di suscitare orrore tra i bigotti attraverso improbabili fotografie di feti che sostiene vengano messi nei posacenere, così come la sua intera galleria fotografica appare piena zeppa di manifestazioni sanitarie e di bambini sfruttati per promuovere odio contro la libertà di scelta della donna.
Tra le sue altre attività c'è anche l'organizzazione di rosari e messe contro i gay, picchetti fuori dalel cliniche e l'organizzazione di cerimonie per battezzare (rigorosamente contro il volere dei genitori) di bambini mai nati. Immancabile è anche la sua pubblicazione di immagini che lo vedono invischiato in guai con la polizia, quasi come se l'aver offeso e disturbato il prossimo fosse da lui ritenuto motivo di vanto (ma forse quei poliziotti e quei carabinieri avrebbero avuto di meglio da fare piuttosto che perdere tempo e sperperare denaro pubblico dinnanzi a chi non accetta che qualcuno possa pensarla diversamente da lui).

Insomma, Celsi appare come il candidato perfetto per un partito integralista ed estremista che pare aver dichiarato guerra a chi non si sottomette al loro pensiero unico. C'è chi pensa che la libertà sia da tutelate, loro ritengono che la libertà vada abolita perché dev'essere fatto divieto vivere al di fuori degli schemi e dei distinguo da loro decisi.

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