Secondo i proseliti di Provita, l'omosessualità è una «patologia» contagiosa causata da «vizi reiterati»


Paiono gravissimi gli effetti della propaganda d'odio condotta da Provita Onlus. Dinnanzi al loro sostenere che i gay non sarebbero né maschi né femmine o a fronte al loro spergiurare che l'omosessualità sia una "malattia" contagiosa, c'è da provare paura dinnanzi all'ignoranza manifestata dai loro seguaci.
La premessa è un post pubblicato su Facebook dall'organizzazione di Tony Brandi, nel quale si afferma come un dato di fatto che «omosessuali non si nasce»:



Dinnanzi al loro sostenere che le fantomatiche terapie riparative «funzionano» e che ogni medico d'Italia dovrebbe potersi inventare le "malattie" che più preferisce nella più totale noncuranza di cosa dica la scienza ufficiale, c'è da provare i brividi nel vedere le reazione dei loro proseliti. Si inizia con un tale che scrive:



Si sostiene così che i gay siano predatori che aggrediscono le povere ragazze etero per tramutale in lesbiche. Si afferma anche che basta essere andati a letto un solo uomo per poter essere definiti eterosessuali, nella più totale noncuranza di come esista la bisessualità o di come molte persone hanno cercato relazioni di facciata dietro cui nascondere la propria sessualità a fronte degli attacchi che i seguaci di Provita amano scagliare contro gli altri, magari inventandosi pure che l'omosessualità sarebbe da intendersi come una malattia.
Nel fanatismo religioso che anima l'associazione di Brandi, immancabile è anche l'accusa di «satanismo» contro chiunque non si uniformi al loro volere. E chissà se qualcuno riuscirà a spiegare al signor Giacomo che forse la ragazza aveva lasciato il ragazzo proprio perché non le poteva dare ciò che lei cercava, ma nel dubbio a questa gente piace molto inventarsi le cose ed infilarle a forza nella bocca altrui.

Non manca una donna che si dice convinta che «l'omosessualità sia un comportamento» che sostiene sia frutto di «vizi reiterati che portano ad una iniziale confusione mentale e poi ad un disconoscimento della propria natura»:



Dinnanzi a chi contesta la sua tesi, la donna inizia  a trincerarsi dietro la scusa dell'opinione, asserendo convintamente che abbia ragione Provita nel dire che un medico deve poter spacciare per verità ciò che pensa in base ai suoi pregiudizi e non sulla base di un'evidenza scientifica. Di conseguenza, un medico dovrebbe poter dire che avere gli occhi azzurri o i capelli biondi sia una "malattia".
La discussione degenera presto tra chi paragona l'omosessualità al cannibalismo o chi spergiura che «un uomo che vuol far sesso con un altro uomo» non sarebbe «normale» ma «patologico»:



Si sprofonda ulteriormente in una gara a chi riuscita a trovare i termini più dispregiativi con cui etichettare i gay. Si raccontano che se un gay ha fatto un figlio è perché sicuramente era eterosessuale (in realtà ciò prova solo che anche i gay hanno un pene) in un cieco rifiuto di come in passato fosse impensabile poter vivere alla luce del sole con un altro uomo.
A contraddire le loro teorie è l'evidenza di come sia in aumento il numero di persone che non si nascondono, anche se ovviamente loro preferiscono sostenere che sia sia «una moda» e che alcuni uomini attratti da donne farebbero sesso con altri uomini solo perché ne ha sentito parlare.



Interessante è come dai commenti emerga come la campagna d'odio condotta da Provita abbia sempre finalità politiche, inneggiando all'omofobia come strumento per promuovere l'estrema destra tra i suoi seguaci.

L'aggressione prosegue con integralisti che si incitano vicenda nel raccontarsi che i gay non sono nati tali (tesi che serve loro per poter dire che l'omosessualità sia "una colpa" così come sostiene la loro Silvana De Mari). Indottrinati dall'integralismo, ripetono ad oltranza anche gli slogan basati sul citare l'opinione quale giustificazione ad ogni forma d'odio, persino nel difendere chi affigge manifesti che tentano di convincere delle persone sane sul fatto che la loro natura sarebbe sbagliata e bisognosa di "cure". A detta loro, l'essere medico non dev'essere garanzia di metodologie provate, ma un modo per abusare della propria professione al fine di mietere vittime o per promuovere torture psicologiche che la scienza ufficiale indica come causa di morti e suicidi.
Imbarazzante è come questa gente convenga con l'organizzazione di Brandi sul fatto che i gay non sarebbero né uomini né donne, in un attacco alla verità e in una propaganda vergognosa:




Se si pensa che questa gente ha il diritto di voto, forse c'è da domandarsi se la democrazia possa ancora funzionare a fronte di uno stato che ha fallito nell'educare i propri cittadini. Un sistema scolastico che ha dato vita a generazioni in cui si possono trovare personaggi così ignoranti è un sistema che ha fallito.

Interessante è lo sfogo con cui la la donna che teorizzata l'omosessualità come una "malattia" causata da «vizi reiterati che portano ad una iniziale confusione mentale» si scaglia contro chi osa criticarla.



La sua tesi è che se Provita sostiene che la sessualità sia finalizzata esclusivamente alla produzione di figli e se la natura smentisce la loro tesi, allora Provita deve avere il diritto di dire che chiunque metta in discussione il loro dogma debba poter essere indicato come un "malato" o una persona sbagliata.
E fa sorridere si possa parlare di "idee" a fronte di di una donna che pensa di poter decidere a tavolino, sulla base dei suoi pregiudizi, in che modo i gay avrebbero sbagliato ad esistere.
1 commento