Secondo la NuovaBQ, esprimere opinioni in contrasto con il parroco sarebbe una violazione della libertà religiosa


Nonostante la loro propaganda citi spesso un fantomatico «pensiero unico» al fine di alimentare inutili isterie che possano essere strumentalizzate a fini politici, pare proprio che i redattori de La Nuova Bussola Quotidiana non perdano mai occasione per mostrarci cosa sia il vero pensiero unico. Ad esempio è Andrea Zambrano a firmare articoli basati sulla premessa che ogni suo singolo pensiero non debba essere ritenuto un'opinione, bensì si tratterebbe della «verità».

Nel pezzo intitolato "Se un parroco è linciato per aver detto una verità", curiosamente catalogato nella sezione "libertà religiosa", sentenzia:

Dire la verità sul matrimonio può costare molto caro. Soprattutto se si è sacerdoti e se si vive come in una bolla, immuni dalle ultime tendenze in fatto di divorzio e indossolubilità. Può capitare ad esempio che si possa essere "linciati" da alcuni parrocchiani e dai giornali per avere detto semplicemente come stanno le cose. A Camposanto, in provincia di Modena il parroco don Walter Tardini non avrebbe mai immaginato che una delle sue ultime omelie avrebbe provocato la reazione scandalizzata di qualche parrocchiano.

Il tema è l'omelia di don Valter in cui il sacerdote modenese avrebbe dichiarato dal pulpito che «i figli di genitori separati sono reietti della società». A riportare la frase sono i suoi parrochhiani, i quali lamentano anche come in precedenti prediche si lanciato nell'asserire che «i figli nati fuori dal matrimonio sono figli del peccato: sono uscita di chiesa».

In riposta alle polemiche, è alla Gazzetta di Modena che il parroco ha dichiarato: «Non ho mai parlato di “figli reietti” e se anche lo avessi fatto credo sia necessario contestualizzare le cose. È evidente che i figli di genitori separati hanno più difficoltà di altri [...] È Dio che parla di valore indissolubile del matrimonio, non don Valter».
In un processo in cui a valere è solo la parola dell'accusato, Zambrano rimuove di sua iniziativa quel dubbio e spiega che «la verità» è che tutti i parrocchiani abbiano udito male. Curioso, dato che il prete si è limitato a dire che "forse" non l'ha detto, decine di testimoni hanno sostenuto il contrario e Zambriano non era presente.

Ponendosi domande a cui si risponde da solo, aggiunge:

Di che cosa si è macchiato il sacerdote? Di aver detto una ovvietà, comprovata da decine e decine di studi anche scientifici. E cioè che i bambini di genitori divorziati soffrono molto di più dei bambini di coppie stabili. Apriti cielo. A dare fuoco alle polveri ci ha pensato la Gazzetta di Modena che, imbeccata da un parrocchiano fuggito scandalizzato da quella messa, ha prima modificato le parole del parroco, attribuendogli la frase –mai pronunciata- che i “figli dei divorziati sono dei reietti della società” e poi, non contenta, gli ha sguinzagliato in paese la cronista a caccia di fedeli indignati col reverendo.
Ne ha trovati? Certo, secondo la miglior prassi del giornalismo d'autore, tutti in forma anonima. Tutti pronti a dire che quel parroco è un pericoloso tradizionalista e integralista. “A me, ad esempio – dice un fantasma – disse in confessione che ero in peccato mortale perché dopo il divorzio convivo con un uomo. Mi ha fatto sentire sporca”. Il peccato sporca l'anima, in effetti, ma qui l'operazione è tutta giocata sul filo della mediaticità. Il sacerdote infatti viene fatto passare per l'ultimo giapponese che ancora non si è accorto che la guerra sulla morale è ormai finita e bisogna gettare la spugna.

Insomma, sarebbe la scienza a dire che il divorzio non va bene e i giornalisti sarebbero tutti in malafede dato che Zambriano sarebbe l'unico uomo al mondo a conoscere la «verità» su tutto e tutti, curiosamente sempre in un'ottica di strenua difesa di chi discriminatori e di chi rinnega Gesù nell'occuparsi della pagliuzza nell'occhio dei fratelli.
La Nuova Bussola Quotidiana non fa mistero di come loro abbiano voluto ascoltare solo la versione del parroco, quasi non gliene fregasse nulla delle opinioni di chi non è parte della loro crociata contro la società:

Lui, che fortunatamente non ha internet, è stato informato soltanto alcuni giorni dopo dell'attacco portato dal giornale. E non si è scosso più di tanto. Come testimonia la telefonata che la Nuova BQ gli ha fatto per chiedergli come sono andate le cose.
“Ovviamente non ho detto che i figli dei separati sono dei reietti – spiega – ma che soffrono più degli altri. E' forse sbagliato? E' forse falso?”. Falso no, ma sbagliato sì, perché questa è una delle espressioni da matita blu che proprio non si devono dire se si vuole continuare a starsene al calduccio a vivere una vita senza grattacapi.
E la faccenda della Comunione rifiutata alla donna convivente? “Cos'altro avrei dovuto fare? Chi è separato e si accompagna non vive in Grazia di Dio. Io incoraggio a continuare a pregare, ad andare a messa, a cambiare vita, ma i Sacramenti no. Forse che queste cose non si possono più dire? E' la verità e lo dice anche la celebre canzone: la verità ti fa male, lo so”. Però salva, aggiunge.

Fatto ricorso a quel vittimismo che permea le pagine dei siti di Cascioli nel loro sostenere che debbano sentirsi discriminati perché non possono discriminare quanto vorrebbero, curioso è anche come i fatti paiano cambiare all'interno dell'articolo.
In riferimento ad una donna che lamentava di essere stata trattata come una poco di buono durante la confessione, lui preferisce parlare di una donna a cui sarebbe stata negata la comunione. E questo non senza premurassi di decretare che quella donna è da ritenere «sporca».

Ammesso e non concesso che Zambrano creda davvero in ciò che scrive, sarebbe interessante comprendere perché mai si senta libero di elargire tutte quelel condanne contro persone che neppure conosce e poi tace mentre Adinolfi si proclama "difensore" della famiglia pur essendo un padre divorziato al pari della donna da lui così ferocemente denigrata. Non pare curioso che la sua «verità» paia mutabile quando si tratta di assolvere i suoi amici e non di diffamare pubblicamente persone che manco conosce?
Riguardo alle rivendicazioni, è in stile prettamente propagandistico che il sito ciellino pare intenzionato a fornire semplicistiche a temi complessi. Lui potrà anche sostenere che i figli siano danneggiati dal divorzio, ma può davvero dirsi certo che sia preferibile farli crescere con genitori che si odiano? Crede davvero che il divorzio sia peggiore di una famiglia in cui papà insulta e picchia mamma? Il tentativo di far credere che basterebbe impedire il divorzio per far sì che tutti i problemi svaniscano magicamente significa negare la realtà della vita pur di spacciare i propri dogmi a vantaggio della propria convenienza politica. È infatti in conclusione che zambriano ci tiene a precisare che sarebbe "colpa" della sinistra se un sedicente "cattolico" non può insultare i divorziati. Ed è ricorrendo al solito vittimismo che conclude:

Invece può accadere che un giornale definisca choccante una omelia nella quale si ribadisce la verità evangelica di sempre. Come se al giornale del Gruppo l'Espresso fosse stata consegnata una laura honoris causa in Teologia.
Resta però un fatto: un parroco non è più libero di dire la verità sul matrimonio. E questo pone un problema di libertà religiosa e prima ancora di libertà di pensiero. Anzi, dopo il linciaggio, don Tardini ha ricevuto la solidarietà pubblica di un solo confratello dell'intera arcidiocesi. Le cose sono due: o certe verità certi parroci hanno smesso di dirle da tempo, oppure a Camposanto ascoltano le prediche dei loro preti. E' questo il dato più choccante.

Curioso si possa sostenere che la libertà religiosa sarebbe un qualcosa che serve ad impedire si possa dissentire con le parole di un sacerdote o alla «verità» secondo Zambrano.
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