L'Asl apre un'inchiesta su Fabio Vaccaro, il medico di Savona che vuole "curare" l'omosessualità


Vittorio Valenti, direttore del Centro igiene mentale dell’Asl2 si Savona, non usa mezze parole nel parlare di «un atteggiamento grave, una forzatura pericolosa. È fondamentale che l’Ordine dei medici avvii una profonda e severa riflessione sul comportamento del medico». Il riferimento è Fabio Vaccaro, il medico di base che nel suo ambulatorio medico ha affisso alcuni manifesti in cui si fornivano contatti di una fantomatica «comunità terapeutica» gestita da Luca Di Tolve a cui ci si sarebbe potuto rivolgere per “curare” l’omosessualità.
Non solo, in risposta alla denuncia di Arcigay, il medico dichiarò al Secolo XIX che «omosessuali si diventa per dinamiche familiari ed è giusto porgere aiuto per sostenere queste persone a diventare uomini e donne».
A quel punto la vicepresidente della Regione ed assessora alla sanità, Sonia Viale, ha dichiarato che «su un fatto che appare così grave, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, ho chiesto immediatamente, non appena appresa la notizia, una relazione puntuale al direttore generale della Asl per accertare con chiarezza i fatti». E l’Asl si è attivata per raccogliere informazioni nell'ottica di avviare un provvedimento disciplinare.
Eugenio Porfido, direttore generale dell’Asl savonese, spiega: «Non abbiamo ricevuto segnalazioni dirette sul caso. Per questo abbiamo immediatamente chiesto all’Ordine dei medici di metterci a disposizione la segnalazione, ricevuta da Arcigay. A fronte delle nostre verifiche, in caso di conferma di quanto oggi riferito, verrà avviata un’istruttoria con la comunicazione del procedimento al dottore. Si tratta dell’equivalente dell’avviso di garanzia, cui faranno seguito le controdeduzioni del medico. Seguirà l’indagine e poi il giudizio».
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