Fenomeni da baraccone. Salvini nega la sua omofobia esibendo «l'omosessuale» che vota Lega


La propaganda di destra ama cercare personaggi da poter trasformare in fenomeni da baraccone utili ad essere indicati come una rappresentanza significativa di intere comunità.
Toni Brandi ed Adinolfi hanno quel Luca Di Tolve che racconta ai loro proseliti che i gay sarebbero "malati" e "satanisti". Costanza Miriano aveva quel Giorgio Ponte che si umiliava pubblicamente dicendo che lui si riteneva inferiore agli eterosessuali. Ora Matteo Salvini si fa fotografare con quello che la sua gente chiama «l'omosessuale» che vota Lega perché odia i clandestini.

In realtà i termini sono impropri dato che basterebbe leggere i messaggi di questo personaggio per comprendere come lui speri che Salvini si metta a dare lo sfratto a tutte le persone di colore che vivono in Italia, anche se un contratto di affitto presuppone siano in possesso di un regolare permesso di soggiorno (magari derivante proprio dalle sanatorie deliberate quando Salvini era al potere) e ciò smentirebbe il parlare di «clandestini». Ma questa è la neolingua creata dai leghisti, in cui ogni categoria ha etichette che sminuiscono le persone ad spellativi razzisti o omofobi.
L'omosessuale leghista ha pure rilasciato un'intervista dal titolo "destra vista da un gay" in cui racconta tronfio che Salvini è il suo duce perché riconosce la sua inferiorità di gay e promette una sistematica pulizia etnica del Paese. Certo, pare anche che l'omosessuale leghista ignori che il partito di Salvini non si chiama più Lega Nord, così come pare conoscere perfettamente a memoria anche i ritornelli integralisti sulla supremazia degli eterosessuali che ripete quale "argomentazione" del suo simpatizzare per i suoi carnefici.

Su Twitter scrive pure:



La sua tesi è che una coppia eterosessuale senza figli debba avere più diritti di una coppia gay, asserendo pure che l'unica cosa che servirebbe ai bambini è che papà vada a letto con una donna. Stupratori, pedofili e persino Mario Adinolfi dovrebbero essere considerati genitori migliori solo perché eterosessuali. Poi sui giornali si legge di "famiglie tradizionali" che smazzano i loro figli, ma ciò dev'essere taciuto dato che «l'omosessuale leghista» non saprebbe più come spalleggiare l’omofobia del suo Salvini se non può neppure citare slogan privi di senso.

Ma al di là di tutto, l'aspetto più patetico è il tentativo di sostenere che le posizioni omofobe non possano più essere ritenute tali se a pronunciarle è una persona che si dichiara gay. In realtà anche nei campi di sterminio nazisti c'erano ebrei che davano ragione ai tedeschi, ma da qui a sostenere che Hitler avesse ragione c'è una certa differenza, così come l'opinione dell'omosessuale leghista resta una sua personale opinione ed è veramente violento il suo tentativo di attribuirla ad una comunità attraverso quel suo ambire ad essere etichettato come "il gay" che odia i suoi fratelli perché ama quel Salvini che nei suoi convegni rappresenta le donne come bambole gonfiabili utili solo al piacere del maschio padano.
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