I proseliti della Ruiu chiedono che la canzone sul "sesso senza guanto" diventi l'inno del bus dell'odio


Maria Rachele Ruiu è una fondamentalista che si dichiara "cristiana" che risulta dipendente dell'integralista spagnolo Ignacio Arsuaga quale proprietario di quella CitizienGo che pare aver ormai assorbito l'organizzazione omofoba Manif pour tous (già stata ribrandizzata in "Generazione famiglia" con evidenti scopo di marketing). È anche parte del direttivo del comitato politico di Massimo Gandolfini che si fa chiamare "Difendiamo i nostri figli", così come collabora attivamente con quel Simone Pillon che oggi tenta una carriera politica in seno alla Lega di Matteo Salvini.
Anche se il riferimento è stato cancellato, la signora Ruiu si presentava anche come "ricercatrice" per un corso di educazione sessuale biblica che va nelle nelle scuole ad invitare i ragazzi a praticare sesso bareback, infischiandosene bellamente di come tali raid rischino di compromettere la salute dei figli degli altri.
Se si considera come l'oscurantismo e le pretese dei fondamentalisti cattolici ci abbia condotti in una devastante situazione in cui il 36% degli studenti italiani crede che l'HIV possa essere curato o a quel 13% che si dice fermamente convinto che il coito interrotto possa garantire protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili, vien da sé che che il nome scelto da quei gruppi sia oggettivamente ingannevole: più che "difendere i nostri figli" pare vogliano rovinare i figli degli altri.
La signora Ruiu ne è un emblema, impegnata a dire cosa voglia per i suoi figli anche se lei di figli non ne ha ancora e i suoi corsi di "educazione" sessuale inneggianti al sesso bareback risultano come atti di pura violenza inflitti ai figli degli altri.

In quella sua ossessione per il sesso bareback, la signora Maria Rachele Ruiu è stata anche testimonial del video di incitamento al sesso non protetto realizzato dai Mienmiuaif e pare non perda mai occasione per promuovere le loro tournée, tutto felice nell'ascoltare ritornelli del tenore di: «Mio nonno e mia nonna erano più avanti, si amavano fino in fondo senza i guanti».
Insomma, la donna che vuole entrare nelle nostre scuole per indottrinare i nostri figli alla sua ideologia è felicissima se qualcuno le racconta di come nonno e nonna si scopassero senza preservativo, provando un irrefrenabile piacere nell'immaginare quegli schizzi di sperma maschile indirizzati all'interno di un'accogliente vagina.
E dinnanzi a quelle parole, una sua proselita suggerisce:



Insomma, il pulmino dell'odio guidato da Filippo Savarese e finanziato dalla CitizienGo per promuovere omofobia e transofobia in Italia rischia di tramutarsi pure nel bus che va nelle piazze italiane a promuovere il sesso bareback. Il tutto a danno dei nostri figlie e della loro salute.
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