Il Giornale sostiene che la CEI abbia perso le elezioni e loda il "cattolicesimo" secondo Pillon che tifa per Barabba


È un articolo di Francesco Boezi apparso sulle pagine de Il Giornale a sostenere che il fondamentalismo cattolico abbia vinto su quel Papa che Salvini dice di detestare perché cita il Vangelo nel chiedere accoglienza per i forestieri mentre lui propone di prenderli a calci (se non di sparargli con quei fucili che intende distribuire ai ragazzi). Nulla di nuovo a fronte di un partito finanziato da quella Russia di Putin che finanziò anche la campagna pro-Benedetto XVI a sostegno del razzismo, ma patetico è come il quotidiano di estrema destra parla di «cattolici in ritirata dal Partito Democratico», dica che «solo il centrodestra elegge parlamentari pro life» e sentenzi: «Ecco il "fallimento" della "linea Galantino"».
Se ovviamente è del tutto opinabile che imporre un orientamento sessuale ai bambini, infliggere differenze ai moribondi e attentare alla salute dei giovani mediante campagne pro-sesso bareback nelle scuole possano essere definiti «pro-life» in base alla neo-lingua fascista, è in un uso partitico della religione che scrive:

Una sconfitta bruciante. Chi, tra le varie diramazioni progressiste degli ambienti cattolici, ha sostenuto il Partito Democratico questa mattina si è trovato dinanzi a un dato incontrovertibile: nei luoghi dove imperano povertà economica e domanda di attenzione sociale, nelle cosiddette "periferie elettorali", il Pd non esiste più e trionfano, invece, il centrodestra o il cosiddetto voto antielitista. I blog e i siti tradizionalisti, nel frattempo, gongolano. La "linea Galantino", scrivono, è fallita. E così anche quella della Cei, di Avvenire e del "cattopiddismo". Del resto, non si poteva immaginare che l'episcopato italiano, almeno in parte, finisse per essere considerato contiguo ad una formazione politica che è rappresentativa sì, ma solo dei Parioli di Roma, del centro di Milano e di poche altre zone d'Italia.

Si inizia così a dare voce ai leader dell'integralismo (anti)cattolico, a partire dal vaticanista omofobo Marco Tosatti, il quale afferma: «Quello che chiamano populismo è solo lo specchio della paura legittima delle persone. Purtroppo una gerarchia che vive lontana dai bisogni reali delle persone, che lascia dire che la Cina è il posto che meglio attua la dottrina sociale della Chiesa senza censure ufficiali, che non si accorge che si sta veramente perdendo il passo con la storia rincorrendo le utopie progressiste, insomma una gerarchia di questo tipo dovrebbe mettersi davanti a Dio e riflettere profondamente».
Il Giornale sentenzia cosi che: «I vertici ecclesiastici, a forza di aperture dottrinali e di prediche immigrazioniste, avrebbero perso il polso della situazione». Chissà, forse avrebbero fatto bene a rinnegare Gesù e il suo invito all'accoglienza per piegare il cattolicesimo ai desideri di intolleranza dei fascisti, gli stessi che poi storpiano e stuprano le Scritture per inventarsi falsi degni contro i gay e contro le loro famiglie.

Indicando arbitrariamente come nuovi leader del "cattolicesimo" i fondamentalisti legati all'integralismo cattolico, l'articolo tenta di storpiano a proprio uso e consumo la disfatta di Renzi e ad attribuirgli un improbabile valore religioso:

Il disperato appello del segretario del Pd, che era stato lanciato ai cattolici a pochi giorni dalla sfida elettorale, è caduto nel vuoto: "Voglio dire qui alle donne e agli uomini del mondo cattolico, alle persone che vivono le parrocchie e le realtà associative, di riflettere: siamo ad un bivio perché il centrodestra non è a trazione moderata", aveva tuonato Matteo Renzi. Eppure, gli esponenti cattolici che verranno eletti, hanno trovato tutti ospitalità nel centrodestra. Esemplificativo, in questo senso, è il caso di Mariachiara Franzoia, sostenuta dai focolarini, candidata del centrosinistra e sconfitta dal centrodestra nel collegio che comprende Trento, la Val di Non e la Val di Sole. Stesso discorso, ancora, per il neopresidente del Consiglio d'Europa Michele Nicoletti, che ha perso nel collegio di Rovereto. La visione ultraprogressista del cattolicesimo, insomma, è stata sonoramente bocciata dagli elettori italiani. Qualche chanche, invece, esisterebbe per quei candidati "pro life" e "pro family" che sono stati traghettati nelle liste di Forza Italia, della Lega, di Fratelli d'Italia e di Noi per l'Italia. Simone Pillon, espressione del Family Day e candidato da Salvini in Lombardia, sarebbe in bilico. Bisognerà aspettare i risultati definitivi dei collegi uninominali. Ce la fa, ad esempio, la cattolicissima Paola Binetti, eletta a Roma contro ogni previsione. Non sarà senatore, invece, Federico Iadicicco, che il centrodestra aveva schierato nel collegio di Roma Gianicolense 1 valevole per il Senato contro Emma Bonino, ma il dato del responsabile del Dipartimento vita e famiglia di Fratelli d'Italia sarebbe il più alto tra quelli raggiunti dal partito di Giorgia Meloni nella capitale. Consolazioni, insomma. Forse anche molto magre, ma la sopravvivenza delle istanze cattoliche nel Parlamento italiano, questo si può dire con certezza, già si deve al centrodestra.

Sostenuto che il "cattolico" non è chi ascolta l'invito all'amore di Gesù ma chi ostenta il suo disprezzo verso il prossimo e non ha remore nel danneggiare intere vite pur di impedire che qualcuno possa avvicinarsi al suo orticello, la conclusione è dedicata ad Adinfi e all'esponente Udc che ad uso e consumo della propaganda viene collocato come esponente di un partito in cui la sua presenza non è mai apparsa così gradita:

Fuori dai giochi, infine, il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi. Dentro, invece, l'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini: l'ultimo dei "cattopiddini".


E pensare che Gesù era stato chiaro sul fatto che il vero cristiano non può essere come Brandi, Pillon, Salvini o Adinolfi. In Matteo 25,31-46 si legge:

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

A rottamare Gesù ci penseranno i "cattolici" di destra, quelli proposi in parrocchie e aree della Chiesa che hanno reso il loro servigio alle forze del male in un atto che li pone tra chi urlava a squarciagola: «Barabba! Barabba Barabba!»
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