L'adinolfiniano che cataloga i suoi articoli scritto per Adinolfi sotto il tag "frocio"


Massimiliano Esposito, classe 1984, è l'esponente del partito di Mario Adinolfi che chiede veti che impediscano ad una coppia di uomini di poter ballare insieme. Ex-infermiere, ex-militare ed oggi venditore ai automobili, dice di aver aderito ai circoli di Adinolfi il 25 aprile 2014.
Scrive per La Croce di Adinolfi ed è a capo di quella che Adinolfi denomina come il gruppo di "militanza digitale" incaricato di tessere le sue lodi e di sponsorizzare la sua ideologia sui social network
Il suo profilo Facebook lo accredita come l'amministratore di svariate pagine adibite proprio alla promozione di Mario Adinolfi: il notiziario di partito, la rete dei circolo "La Croce" della Lombardia, Il "popolo della famiglia" di Mantova, i circoli "Voglio la mamma" di Brescia e la Manif pour tous di Mantova sono le molteplici realtà che servono a creare una fraudolenta pluralità dinnanzi a quella che resta l'opinione di un singolo che viene spacciata attraverso molteplici sigle.
L'uomo si accredita anche come autore di un blog in cui l'argomento principe, guardacaso, è la promozione di Mario Adinolfi. I toni appaiono immediatamente chiari nel constatare come articoli sulle unioni civili o contro il contrasto all'omofobia che vengono candidamente catalogati sotto il tag "frocio".

Riproponendo improbabili articoli pubblicato anche dal "giornale" di Mario Adinolfi, Esposito ricorre ad ogni più bieca generalizzazione per cercare di sostener che i gay siano dei violenti che rappresentano una minaccia per gli eterosessuali. Ad esempio è raccontando che qualcuno voglia obbligare Justin Bieber a fare sesso con un altro uomo che lo troviamo capace di scrivere:

Attendiamo pazienti, l’evolversi della questione, chissà che non ci ripensi Justin, visto che mettersi contro il mondo Rainbow non ripaga e da molte rogne, Barilla ne sa qualcosa, schiena dritta, mi raccomando.

In un altro articolo, lo troviamo pronto a difendere un giocatore di rugby e il suo dichiarere che le protezioni fossero «roba da frocetti»:

La morale della favola è sempre la stessa, basta una sola parola contro il mondo arcobaleno, basta una sola riga anche se detta per intendere ben altro, basta perfino una sola affermazione che lasci intendere un chissà chi, che il linciaggio mediatico è assicurato e servito con tempestiva perdita di posti di lavoro o assessorati, cosa che si auspicano i vari Luxuria. Ormai la dittatura è servita.

Ed è sempre in difesa di chi scrive frasi omofobe che lamentò come ad un giocatore di calcio sia stato chiesto di rendere conto di alcune dichiarazioni pubbliche volte a sostenere che ci fosse quella che lui definisce «invasione gay». Esposito sostiene che quella fosse una «frase definita omofoba ma sostanzialmente stupida e priva di ogni logica apparsa in un tweet oltre 48 mesi fa e a cui dovrà dare spiegazioni». E dopo la sua assoluzione, immancabile è l'attacco a chi si batte per i diritti dei gay:

L’associazionismo arcobaleno questa storia se l’era legata al dito, tant’è, che l’ha tirata fuori oggi e chiesto la squalifica del giocatore.

Cercato di ribadire che i gay sarebbero dei cattivoni nel loro pretendere rispetto, in un pezzo contro la partecipazione di atleti gay alle Olimpiadi di Rio (da lui ribattezzate "OlgbtMPIADI") denigra la proposta di matrimonio tra Rachele e Diletta per poi lanciarsi in una contestazione sul fatto che si possa parlare di "famiglia" o di "natura" dinnanzi a chi non dimostra la propri aterosessualità. Il tutto per arrivare ad ragionamento privo di qualunque senso che ben espone quanta ideologia ci sia dietro alla loro opera:

Tutto quanto riguarda l’omosessualità è semplicemente naturale, ergo, tutto il resto non lo è, o lo è meno, o non può dire di esserlo.

Vien da sé che il sostenere che la naturalezza di una cosa dovrebbe necessariamente negare che altre cose possano essere altrettanto naturali appare come una truffa culturale, vomitata a uso e consumo di chi fattura sulla promozione dell'odio omofobico.
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