L'AiBi promosse il bus transofobico di Savarese, tacque sulla rete di pedofili ed ora sponsorizza Pillon


Non è la prima volta che l'organizzazione integralista AiBi tenta di fomentare odio contro le famiglie gay e contro la loro capacità genitoriale, arrivando sino ad espisodi che l'hanno vista promuovere l'autobus transofobico di Savarese.
Stando a quanto riporta l'Espresso, nel 2016 l'associazione finì sotto inchiesta per un presunto traffico di bambini del Congo sottratti alle loro famiglie in modo da essere consegnato a coppie eterosessuali italiane. Il tribunale per i minorenni di Reggio Calabria avrebbe anche già censurato il presidente dell’associazione «per aver omesso di denunciare una rete di pedofili che violentava i bambini in un orfanotrofio in Bulgaria e produceva con loro film pornografici».
Durante la campagna elettorale, l'AiBi si è spesa molto nella promozione della candidatura del leghista Simone Pillon, lodandolo per le sue posizioni contro l'adozione da parte delle coppie gay. Chissà, forse ritengono sia preferibile che un bambino venga stuprato per produrre pedopornografia eterosessuale piuttosto che vederlo crescere felice con due genitori dello stesso sesso. Resta il fatto che Pillon pare anche che Pillon risulti l'artefice di un divieto all'adozione mentre fomenta odio conto chi ricorre alla gpa, in quel gioco che lo vede criminalizzare ciò di cui lui è artefice.

Dal suo sito internet, l'associazione scriveva:

Una posizione chiara e definita sull’ipotesi di gratuità dell’adozione internazionale, la declinazione del problema denatalità come “culturale ed economico ad un tempo“, l’impegno ad operare insieme agli enti autorizzati per “innescare un percorso virtuoso in modo da definire i costi standard” dell’adozione. Ancora, un ‘no’ netto alle adozioni gay (“Niente esperimenti sociali sui più fragili”) e, più in generale, l’attenzione posta sull’urgenza di “ritornare a mettere l’accento sulla bellezza della vita umana“ come “carta vincente” dell’azione di rilancio della bellezza di adozione e affido: è la sintesi del programma politico della Lega Nord sui temi cari ad Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini che ci ha raccontato uno dei candidati più attenti in quest’ambito, l’avvocato Simone Pillon, già Commissario della CAI, Commissione Adozioni Internazionali, presente in lista nel collegio Lombardia 5.

Se sembra surreale che ad occupare il ruolo di commissario possa esserci un uomo noto per le sue posizione integraliste e per le sue posizioni contro chiunque abbia una religione diversa dalla sua, nella sua intervista Pillon si lancia in affermazioni surreali. Ad esempio:

Il problema denatalità è culturale ed economico ad un tempo. Culturale perché il nostro Paese non fa nulla per promuovere la cultura della vita. Tutte le pubblicità reclamizzano contraccettivi e fin dalla scuola si viene indottrinati all’uso dei profilattici e dei contraccettivi. La maternità oltre il secondo figlio è sostanzialmente scoraggiata dalla cultura e dalla vulgata giornalistica e ormai il senso comunque è sostanzialmente contrario all’idea stessa di avere più figli.

Se in realtà i dati ci mostrano degli adolescenti che non hanno idea dei rischi del sesso non protetto e che ricorrono ad aborti solo perché convinti che il salto della quaglia garantisca protezione dalle gravidanze, Pillon lamenta che quella scarsità di informazioni sia più di quanto lui tolleri.
E quale soluzione al problema, suggerisce pure «la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi» quasi ritenesse sia un modo per permettere al maschio possa di copulare la femmina in quel suo invito ad un sesso bareback che garantirà un maggior numero di adolescenti che resteranno gravide.

Poi, nella sua ossessione per la strumentalizzazione dei fatti quale mezzo di propaganda per creare odio contro chi ha opinioni diverse dalle sue, Pillon sostiene addirittura che i costi delle adozioni internazionali non siano a carico della collettività per «una palese volontà politica dei governi di centro-sinistra, orientati a puntare sulla fecondazione assistita piuttosto che sull’adozione». Promette pure asili nido gratuiti e sgravi fiscali per chi resta gravida, forse dimenticandosi che i figli possono anche essere un sostegno per la terza età dei genitori e che chi non avrà nessuno che si occupa di loro dovrà spendere i suoi risparmi per pagare i figli degli altri.
Più surreale è come Pillon spergiuri che l'adozione avrebbe a che fare con la religione e, dinnanzi ad un intervistatore che gli chiede cosa intenda fare dinnanzi ai «3 milioni di coppie sposate sterili del nostro Paese», lui risponde tutto tronfio: «Una campagna di sensibilizzazione potrebbe certo aiutare, ma credo che anche in questo caso il problema sia più culturale che economico. Non a caso, molto spesso le famiglie adottive sono anche famiglie che seguono un percorso di formazione alla fede».
E non pago di aver sostenuto che sia fondamentale essere religiosi per poter voler adottare un figlio, immancabilmente se ne esce con i suoi distinguo su chi reputi che debba essere escluso: «La Lega è contraria alle adozioni gay perché i bambini, specialmente se orfani e abbandonati, hanno il diritto di crescere con una mamma e un papà. Niente esperimenti sociali sui più fragili».
Quindi, grazie aanche a Pillon, alcuni bambini saranno costretti a restare in orfanotrofi bulgari in cui una rete di pedofili potrà stuprarli per produrre materiale pedoporgografico. E dice anche che i suoi pregiudizi, in contrasto con tutta la documentazione scientifica mondiale che riguarda l'omoseenitorialità, siano in difesa di quei ragazzi che definisce «i più fragili» solo quando non è impegnato a togliere loro ogni protezione se non conformi al suo dogma eterosessualista.
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