Zazzaroni lamenta di aver subito 48 ore di indignazione. Nulla rispetto ad una vita di insulti subiti dalle sue vittime


Ivan Zazzaroni è chiaro: lui non tollera che la gente possa sentirsi offeso dalle sue parole o che possa esprimere un'opinione contro il suo discorso. Il suo aver dichiarato «ingiudicabile» un ballo tra due uomini perché contrario al suo «senso estetico» viene da lui auto-assolto come «un'opinione che merita rispetto». Peccato che lui non dia il medesimo rispetto a chi esprime opinioni diverse dalle sue, forse ignorando che un personaggio pubblico viene giudicato per ciò che ha espresso pubblicamente e non per ciò che sostiene di pensare quando è chiuso in casa sua.

Ottenuta la solidarietà delle lobby anti-gay e incassato il plaudo di giornalisti di estrema destra che nel suo nome si sono messi ad inveire contro fantomatiche «dittature gay» che negherebbero il diritto all'odio a quei poveri integralisti che vorrebbero poter negare loro il diritto di esistere, è attraverso i social network che Zazzaroni firma messaggi come questo:



A questo punto verrebbe da far notare al signor Zazzaroni che la gente che lui ha offeso sono persone che subisce minacce e insulti da molto più tempo di 48 ore. Sono anni che Adinolfi li accusa di essere pedofili, assassini e malati. Sono anni che Gandolfini invita ad atti di minaccia alle loro famiglie e ai loro affetti. Nel momento in cui stesso un suo discorso finisce per alimentare il loro profondo odio, forse ci ci si dovrebbe soffermare a ragionare sul perché mai così tanta gente si sia sentita offesa da quelle parole, non certo sbraitare insulti che possano alimentare ulteriore odio quale atto di ritorsione contro chi non ha taciuto anche se si è sentito offeso.
Dice che bisognerebbe intendere le sue parole sulla base di spiegazioni successive che sembrano non conformi a quanto affermato in prima serata? Inizia a dirlo a chi nel suo nome ha iniziato a parlare di «froci» e «culattoni» sui social network, non a chi gli fa osservare che le parole hanno alimentato quella ferocia.

Immancabile è poi il "ho tanti amici gay" unito al sostenere che l'Aids sarebbe cosa da omosessuali:




Al Corriere racconta tutto tronfio di aver ottenuto il plauso delle lobby omofobe, pur sostenendo che sia lui la vittima. Riguardo all'appoggio dell'omofobia organizzata, dice: «Mi hanno scritto che uno l’ho anche retwettato: era il portavoce movimento anti gay, ma io non lo sapevo. Però ho subìto una violenza verbale e scritta terrificante».
Zazzaroni contesta anche le parole gentili di Ciacci, asserendo che la sua opinione non meriti alcun rispetto: «Relativamente, due termini non ho gradito. Ha parlato tolleranza, ma io non ho fatto discorsi da intollerante, non ho parlato di orientamenti sessuali. E poi ha usato la parola politica. Ma che politica?!».
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