Gli adonolfiniani scrivono a Gori: «Bergamo non patrocini il Pride perché propaganda uno stile di vita distruttivo dei valori fondanti della Repubblica»


Se pare ormai che i leghisti facciano a gara a chi insulta maggiormente i Gay Pride, gli adepti di Mario Adinbolfi non vogliono essere da meno e stanno diramando decine di comunicati stampa con cui denigrare e offendere quella parte della popolazione che sostengono non abbia il diritto di esistere.
L'ultima crociata del partito di Mario Adinolfi è una lettera inviata al sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, per chiedere di non concedere il patrocinio del Comune al Gay Pride in programma nella città il 19 maggio. La loro tesi è che sia doveroso un allineamento all'atteggiamento del leghista Attilio Fontana che già patrocinò alcuni convegno di promozione omofobica del segretario di Adinolfi quando era ancora sindaco.

Nella loro letterina, i fondamentalisti di Adinolfi scrivono:

Egregio Signor Sindaco,
abbiamo saputo che è in discussione, presso il Suo ufficio e probabilmente presso qualche assessorato della Sua amministrazione, l’eventualità di concedere alla manifestazione del Gay Pride, prevista a Bergamo nel corso del mese di maggio, il Patrocinio e/o un finanziamento. Il Popolo della Famiglia desidera esporLe la propria più viva contrarierà all’eventuale concessione di patrocinio e/o finanziamento.
La partecipazione o appoggio del Comune di Bergamo sotto qualsiasi forma deve essere concesso a iniziative che supportino visioni costruttive della società, nazionale o locale, come iniziative culturali, formative, di promozione sociale e della famiglia. Il Gay Pride non ricade in nessuna delle specie precedenti; è una iniziativa privata, volta semplicemente a propagandare uno stile di vita distruttivo rispetto ai valori fondanti della Repubblica.
Le ricordiamo che il Gay Pride è sempre stato un’esibizione di nudità, di linguaggio volgare e di cartelli inneggianti ad azioni non propriamente morali ed etiche; azioni che, se espresse da un
singolo cittadino, porterebbero alla sua sanzione per la violazione di più articoli del codice civile e penale.
La ringraziamo per la Sua attenzione, confidiamo nella Sua decisione.

Se sarebbe interessante scoprire dove gli integralisti di Mario Adinolfi abbiano mai visto nudità ad un Gay Pride svoltosi a Bergamo, surreale è come cerchino di creare odio sostenendo l'esistenza di fantomatiche scritte che violerebbero il codice civile (anche se, guarda-caso, non risulta che alcun manifestante sia mai stato messo sotto processo). E naturalmente non manca il loro sostener che bisognerebbe dare voce solo al fondamentalismo integralista e alla loro ideologia basata sul sostenere la supremazia dell'unica vera Famiglia costituita da un maschio, molteplici mogli e figlie che dovranno essere eterosessuali se non vorranno che il loro padrone le sottoponga a quelle fantomatiche "terapie riparative" che la scienza indica come fonte di morte.
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