Guarda caso, quelli che festeggiano la censura del Butac sono gli stessi che dicono di credere nel "gender"


Su Internet è scoppiata l'indignazione per il sequestro preventivo inflitto al Butac (Bufale un tanto al chilo) e al suo quotidiano lavoro nel contrasto alle fake-news. Una censura che non ha riguardato il singolo articolo di due anni fa che è stato oggetto di una querela, ma l'intero sito.
Immancabili sono stati anche i festeggiamenti di quei pochi personaggi che paiono gradire il proliferare di bufale, guarda-caso rigorosamente legati a precisi movimenti politici e a ben definite ideologie.  Ad aprire le danze è un utente dichiaratamente anti-europeista che, al fianco delle prime pagine di Maurizio Belpietro, twitta:



Indicativo è come il suo commento abbia catturato il plauso di Riscatto Nazionale, ossia uno di quei siti che più volte è stato oggetto dell'interesse del Butac per le sue bufale di promozione al razzismo e alla xenofobia.
Quella che appare come un'ossessione contro la Boldrini trova una facile spiegazione nella vicinanza del soggetto a Matteo Salvini, da lui lodato perché dice di voler insegnare ai bambini come «indirizzare la sessualità». Per la serie, Salvini avrebbe una compagna solo e solamente perché qualcuno lo ha obbligato a giocare col Big Jim:



Soddisfazione per la censura delle pagine del Butac viene espressa anche da un giornalista anti-europeista che gestisce un blog sul Fatto Quotidiano:



L'uomo che accusa il sito anti-bufala di diffondere bufale è lo stesso che scrive e diffonde articoli surreali come questo:



La sua tesi è che la città di Székesfehérvár non sia stata eletta quale capitale europea della cultura per il 2023 in virtù di come nel video di presentazione ci sarebbero state «troppi cittadini bianchi felici, croci e non compaiono minimamente i migranti». L'asserzione viene attribuita al sindaco della città, il quale si sarebbe lamentato anche di come l'Europa non accetti che la sua città si fondi sul «crocefisso quale valore culturale» e non solo religioso.
E tra una lode all'Ungheria di Orban e una beatificazione dei discorsi del leghista Fontana sulla «razza bianca», il giornalista conclude: «Non si può fare a meno di notare che quando si tratta di discriminarla, d’un tratto la razza bianca torna ad esistere, mentre viceversa quando si rivendica il diritto a difenderne l’esistenza, si finisce inevitabilmente per essere accusati di razzismo».

Ed immancabilmente anche lui dice di credere fermamente nel fantomatico "gender" teorizzato dal fondamentalismo cattolico:

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