Saleno. La Lega insulta i partecipanti al pride si appella alla curia per chiedere il loro contributo al biocottaggio


La Lega di Matteo Salvini è tornata a farsi promotrice dell'odio omofobico in nome dell'italica mascolinità che dicono sia rappresentata dal loro leader: un maschio che ha ingravidato una donna che non era sua moglie per poi darsi al piacere sessuale con svariate compagne che ama rappresentare come bambole gonfiabili dai palchi dei suoi convegni.
Ed è così che il partito che ha finanziato con denaro pubblico le frasi anti-gay volute da Cristina Cappellini sul palazzo della regione è il partito che attacca il contributo economico che l’amministrazione comunale di Salerno ha concesso al gay pride. Il tutto senza mai dimenticarsi di denigrare i gay attraverso il loro etichettare come «una carnevalata» le loro manifestazioni.

Il coordinatore provinciale Mariano Falcone, il segretario cittadino Cristian Santoro ed il consigliere comunale di Salerno Giuseppe Zitarosa affermano: «Invitiamo le autorità ecclesiastiche, le forze politiche del centro destra, le associazioni in difesa della vita e della famiglia, le autorità e le associazioni cattoliche a prendere una posizione netta e chiara ribadendo che non siamo contrari al diritto di manifestare e di esporre le proprie idee ma siamo contrari all'utilizzo di soldi pubblici per una sfilata carnevalesca in pieno giorno con espliciti richiami sessuali dal gusto scandalistico».
Non va meglio con gli altri partiti di destra, tutti riuniti dal loro profondo odio contro i gay. Antonio Cammarota dice: «Non è il carnevale di Rio o la fanfara dei Bersaglieri, ma un evento obiettivamente divisivo. Si faccia pure il Gay Pride ma in un luogo dedicato, come il Parco Pinocchio o il Parco Mercatello, senza imporre il corteo a tutta la città e alla sua sensibilità». Ed ancora, i consiglieri comunali Roberto Celano (Forza Italia) e Ciro Russomando (Attiva Salerno) sentenziano: «Non si utilizzi denaro pubblico per sponsorizzare le esternazioni dell'orgoglio omosessuale, una manifestazione lontana dall'apparire a difesa dei diritti civili e che, sovente, si tramuta in provocazioni volgari e di cattivo gusto».

Il problema è dunque in una classe dirigente che ha distrutto l'Italia e spera di rifarsi sdoganando ogni più bieca forma d'odio. Il tutto sbraitando le loro condanne morali sulla base di pregiudizi tipici di chi odia senza mai aver visto una sola manifestazione.
Siamo dinnanzi a gente che si travestiva da Celti per venerare la sacra acqua del Po che oggi vomita pregiudizio attraverso affermazioni lontane dalla verità dei fatti, attribuendo falsità a dei cittadini inermi nella speranza che l'odio possa tramutarsi in un profitto.
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