«In Cecenia non ci sono gay». Così la Russia nega torture da parte di Kadyrov


La smentita suona come una conferma. Dinnanzi al Consiglio Onu per i diritti umani, il ministro della Giustizia russo ha negato le violenze delle autorità cecene contro quelle centinaia di gay che sarebbero stati torturati e detenuti illegalmente dalla polizia. Pare che almeno 50 di loro siano anche stati uccisi.
«Le indagini non hanno confermato violazioni dei diritti e non siamo neanche riusciti a trovare membri della comunità Lgbt in Cecenia», ha dichiarato Aleksandr Konovalov.
Il tentativo di negare che in Cecenia esistano persone omosessuali pare patetico, oltre ad apparire come la chiara dimostrazione di come Putin non abbia mai avuto intenzione di condurre reali indagini sui fatti. Inoltre quelle parole ricalcano goffamente quelle pronunciate lo scorso anno dal leader ceceno Ramzan Kadyrov, intenzionato a negare l'esistenza dei gay: «Se in Cecenia ci fossero persone così le forze dell'ordine non avrebbero nessun problema con loro perché sarebbero i parenti stessi a spedirli a quell'indirizzo dal quale non si ritorna».
Commenti