Marco Tosatti attacca la curia di Bergamo per lo stop alle preghiere anti-gay di Adinolfi


Gesù invitava a non seminare zizzania, ma il fondamentalismo cattolico sembra sempre più intenzionato a pulirsi il deretano come le pagine dei vangeli che non sono utili al proprio interesse politico. Se Adinolfi giura che Gesù fosse uno sprovveduto ad invitare all'accoglienza quando lui preferisce negare la cittadinanza ai bambini che nascono da genitori ritenti sgraditi in virtù della religione professata, Marco Tosatti ci spiega come basti decontestualizzare singoli episodi per vomitare odio contro un intero gruppo sociale.
Si tratta di una macchina del fango ormai oliata, sperimentata anche da quell'Amato che diramava fotografie decontestualizzare prese da chissà quali Pride al solo fine di sostenere che tutti i gay dovessero essere disprezzati sulla base di quelle sue generalizzazioni. Non importa cosa avvenga davvero per le strade e quale dignità meriterebbero i manifestanti, a loro interessa solo constatare quanto odio riescano a inculcare nei loro proseliti grazie a materiale confezionato allo scopo.

L'attacco del vaticanista è contenuto in un articolo intitolato "Papa Francesco al Bergamo Pride. Mi raccomando, niente preghiere di riparazione. Lo vuole la curia".
Al pari di Mario Adinolfi, anche Tosarti si aggrappa alla fotografia di un singolo manifestante e inizia a raccontare che i gay debbano essere ritenuti corresponsabili di qualunque azione venga compiuta da uno di loro. Se una persona sbaglia, tutti gli altri vanno condannati anche se innocenti.
Naturalmente bisognerebbe dimostrare che sia sbagliato protestare con ironia contro l'omofobia della Chiesa, ma si sa che a Tosatti ed Adinolfi fa comodo cercare di promuovere l'idea che sarebbe Dio ad odiare i gay e che Gesù sarebbe stato un deficiente a sostenere che il prossimo vada amato come sé stessi. Lui ed Adinolfi sono chiari: il prossimo va odiato. Ed è così che dalle pagine del suo blog, scrive:

A Bergamo ieri si è svolto il Gay Pride. Una preghiera di riparazione organizzata nella Chiesa dei cappuccini è stata ostacolata e alla fine stoppata dalla Curia diocesana. Avrebbe dovuto tenersi oggi. Al suo posto, questa sera, ma sul sagrato della Chiesa, avrà luogo un rosario di riparazione.
A fornire un minimo spunto alla riparazione ci hanno pensato alcuni del Gay Pride, come potete vedere dalle foto che alleghiamo.
Con buona pace del vescovo, e dell’assessore Angeloni, che quando è uscito il volantino per la preghiera di riparazione, ha detto, come riportato da La Nuova Bussola Quotidiana: “E’ stato infatti lo stesso Angeloni a dichiarare ai giornali durante la sua intemerata contro i riparatori: «L’uscita del volantino – aveva detto – rovina un clima di dialogo e rispetto reciproco instaurato tra la diocesi e le organizzazioni promotrici del Gay Pride, le quali si sono mostrate sensibili e attente nel valutare la data dell’evento, in modo da non creare sovrapposizioni con la peregrinatio del Papa Buono».
Quanto rispetto e dialogo (?) lo possiamo vedere dalle immagini. Non esiste più il reato di oltraggio a Capo di Stato estero, ma ci dispiaciamo che non esista, punito severamente, quello di oltraggio al buon gusto. Ma in quel caso i vari “pride” forse non sarebbero permessi. Notate il tocco delle labbra ritoccate con il rossetto…

Se è buffo che a parlare di buongusto siano personaggi come Adinolfi o Tosatti, ci sarebbe da domandarsi dove siano finiti i loro proclami sulla «libertà di oppinione» che amano recitare come una litania se una loro organizzazione diffonde manifesti diffamatori, offensivi o contenenti informazioni false che ledono la dignità delle persone. La loro teoria è che gli si dovrebbero garantire maggiori diritti e maggiori libertà in virtù di come sostengano opinabilmente di essere "cristiani".

Ricercando la solita giustificazione "confezionale" al loro odio omofobico, Tosatti se ne esce con il solitro tentativo di sostenere che i "bravi" papi debbano essere omofobi perché Dio odia i gay:

Ancora una volta, a buona memoria dei cosiddetti Pastori e dei politici ad essi contigui, ricordiamo le parole di San Giovanni Paolo II: ““Un accenno – ha esordito Wojtyla affacciandosi alla finestra del suo studio privato per la tradizionale recita domenicale – ritengo di dover fare alle ben note manifestazioni che a Roma si sono svolte nei giorni scorsi. A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l’affronto recato al grande Giubileo dell’anno 2000 e per l’offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore di tutti i cattolici del mondo”.
E anche Bergamo, con il ricordo di Roncalli, a parecchi cattolici dovrebbe esserla. Proprio a quelli , in particolare, non rigidi, dialoganti e via dissolvendo.

Tosatti è stato chiaro: lui autorizza a non concedere alcun rispetto ai gay, incoraggiando e benedicendo qualunque azione possa danneggiare le loro vite.
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