Pillon: «Io eletto per volontà di san Tommaso Moro. Con la Lega cancelleremo la stramaledettissima rete antidiscriminazioni»
È attraverso il suo profilo Facebook che il senatore legalista Simone Pollon annuncia di aver appeso nel suo ufficio una «stampa di San Tommaso Moro che mi hanno regalato Filippo Savarese Jacopo Coghe e Maria Rachele Ruiu». I tre nomi citati sono i tre dipendenti della CitizienGo di Ignacio Arsuaga, a capo delle organizzazioni omofobe per cui il senatore pare voler lavorare a spese degli italiani.
Intenzionato a calpestare il sentimento religioso con palesi finalità partitiche, Pillon dice anche che quel santo sarebbe stato da lui «invocato come patrono della mia campagna elettorale ed è stato di parola». A detta sua, dunque, il suo ripescaggio tra i non eletti sarebbe stato il volere di un santo che non vedeva l'ora di vederlo promuovere omofobia, misogini e razzismo.
Tronfio nella sua condanna contro la vita dei gay, Pillon pare gonfolare come un bambino a cui è appena stato dato un lecca-lecca dinnanzi all'annuncio dell'uscita del Friuli venezia Giulia dalla rete anti-discriminazioni. Un atto vergognoso che lui attribuisce fieramente all'ideologia del suo partito nello scrivere:
Quando la Lega va al governo si ferma indottrinamento dei bambini.
Tra i primi atti della giunta Fedriga è stato quello di cancellare la regione Friuli Venezia Giulia dalla stramaledettissima rete Ready.
I bambini non si indottrinano col Gender.
Bravissimo Max Fedriga.
Dalle parole ai fatti.
Se il populismo dei leghisti è affar noto, surreale è come si possa sostenere che il contrasto alle discriminazioni sia un atto di «indottrinamento», ancor più se a sostenerlo è quello stesso tizio che esige sia dato libero accesso alle aule scolastiche ai preti e ai cardinali o che festeggia tronfio quel sindaco di Sesto San Giovanni che sta chiudendo glia sili mentre regala presepi alle poche classi rimaste.
Come spiega Wikipink, la RE.A.DY è la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere nata nel lontano 2005. Lo scopo è quello di promuovere una Rete nazionale per sviluppare azioni e diffondere buone prassi finalizzate al superamento di ogni discriminazione nei confronti delle persone lgbt, promuovere sul piano locale politiche che sappiano rispondere ai bisogni dei cittadini e a contribuire a migliorarne la qualità della vita e creando un clima sociale di rispetto e di confronto libero da pregiudizi.
Tanto basta a comprendere quanto sia assurdo il suo tirare in ballo «i bambini» mentre chiede si promuovano politiche che possano danneggiare le loro vite in difesa del pregiudizio promosso dai tre tizi che gli hanno regalano quel suo nuovo quadretto. Il tutto sulla pelle di bambini che rischiano di essere resi vittime di discriminazione e di bullismo nel suo nome.