Anche in Friuli la lega abbandona la rete antidiscriminazioni: «È compito delle famiglie decidere quali valori trasmettere sul tema della diverità»


La Giunta della Regione Friuli venezia giulia ha deciso di abbandonare la rete nazionale anti-discriminazioni in virtù di come la Lega non sia del tutto convinta che l'omofobia sia sbagliata. Negli atti si sostiene che il nuovo governo voglia rivedere quelle norme «nel quadro di un complessivo riesame delle politiche regionali relative ai temi dell'inclusione sociale, delle pari opportunità e della non discriminazione».
Surreale è come l'assessore Alessia Rosolen pia ripetere a pappagallo le parole che vengono pronunciate coi comizi di Gianfranco Amato (troppo spesso patrocinati dal suo partito) al punto da dichiarare: «Le istituzioni scolastiche e le famiglie hanno strumenti sufficienti per insegnare e trasmettere i valori del rispetto e della diversità. Ogni altra iniziativa sul tema rischia di essere solo un indebito indottrinamento».
Tradotto, un adolescente gay che ha avuto la sfortuna di nascere in una famiglia omofoba verrà reso vittima dell'odio dei suoi genitori mentre la Lega impedirà che chiunque possa rassicurarlo o salvarlo dai suoi carnefici. Inoltre, compiacendo le richieste di Gandolfini, si dirà che i fondamentalisti potranno tranquillamente indottrinare i propri figli a ritenere "sbagliata" o "patologica" l'omosessualità.

La consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau, osserva: «Prima i friulani, ma che non siano donne o giovani, o peggio ancora omosessuali. Tra le deleghe assegnate al nuovo Esecutivo regionale non solo non c'è alcun riferimento alle pari opportunità o alle politiche giovanili, ma veniamo a sapere che la Giunta Fedriga, su decisione dell'assessore Rosolen, uscirà dalla Rete nazionale delle Pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (Ready). Davvero una brutta partenza per la tutela di intere fasce di popolazione». La consigliera sottolinea anche quanto siano patetiche le motivazioni della scelta, le quali "richiamano alla triste abitudine delle forze populiste di destra di fare assurde classifiche nell'accesso ai diritti. Tutto ciò mentre i dati delle indagini ci dicono quanto diffuso sia il fenomeno della discriminazione e del bullismo omofobici e quanto efficace sia, per evitare tristi conseguenze, l'azione educativa della scuola e delle Amministrazioni pubbliche».
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