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Reggio Emilia. Quattrocento fedeli partecipano alla messa contro l'omofobia

Quasi 400 persone hanno preso parte alla veglia di preghiera contro l'omofobia che si è tenuta ieri sera presso la chiesa parrocchiale Regina Pacis di Reggio Emilia. La funzione è stata presieduta dal vescovo Massimo Camisasca.
Immancabili sono state le polemiche dei soliti fondamentalisti, con tanto di un sedicente "comitato di preghiera" che ha promosso un rosario di riparazione contro la veglia anti-omofobia. A ciò si è poi aggiunto un'operazione di mailbombing contro Camisasca e gli immancabili striscioni di Forza Nuova. Per difendere i cristiani dai fondamentalisti, la funzione è stata e presidiata da carabinieri, polizia e Digos.

«Sono qui per continuare il dialogo –ha dichiarato il vescovo– in realtà iniziato tanti anni fa, con le persone che provano attrazione per altre persone dello stesso sesso. Non sono qui per una sigla, Lgbt, che non mi appartiene. Neppure per un aggettivo, gay. Sono qui per un sostantivo, persone. Voi siete delle persone.  So che alcuni di voi si sentono oggetto di incomprensione o addirittura di dileggio ed esclusione. Io vi considero tutti figli miei, a tutti gli effetti».
Se si tratta di parole comunque deboli che accolgono l'invito degli integralisti a negare l'esistenza dell'omosessualità e a ridurla a giri di parole che ne neghino l'essenza, si tratta ugualmente di una presa di posizione importante in una chiesa in cui nessuno contesta Adinofli quando va in televisione a dire che il suo odio contro i gay e contro le donne sarebbe il volere di Dio.


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