Famiglia Domani sostiene che i gay portino l'epatite e che la mancata omofobia sia causa di aborti e violenze domestiche


La propaganda delle lobby integraliste è solita tentare di promuovere delle truffe culturali attraverso campagne di disinformazione distribuite su molteplici siti che non tutti sono in grado di capire siano rigorosamente riconducibili al medesimo manipolo di persone. Nella mente del bigotto medio, il fatto che diverse sigle dicano la stessa cosa significherà che la si debba intendere come vera anche se in realà a sostenerla è sempre la medesima persona.
Ed è così che mentre il caporedattore di Adinolfi va in giro a dire che il sangue dei gay sarebbe "infetto" o mentre il gruppo integralista Ora et labora distribuisce volantini in cui si sostiene che i gay rappresentino una minaccia alla salute pubblica, l'organizzazione omotransofobica "Famiglia domani" è tornata per l'ennesima volta a manipolare dati medici al fine si sostenere che sia doveroso odiare i gay.

In un articolo intitolato "Emilia-Romagna. Pandemia di epatite gay: cosa c’è dietro?", affermano:

Dell’epidemia di Epatite A tra persone omosessuali (MSM) si è già parlato su queste pagine in occasione della pubblicazione del primo Bollettino Seieva del 2017. Tuttavia, dall’Emilia-Romagna arrivano novità e coincidenze allarmanti. È da Parma che giungono gli ultimi segnali d’allarme relativi all’epatite che colpisce le persone omosessuali: «Ben 32 casi a Parma e provincia, il dato più alto degli ultimi 10 anni. In aumento anche la sifilide», per la quale si rilevano «17 casi a Parma nel 2017, il numero più alto degli ultimi dieci anni. Ed è un dato probabilmente sottostimato del 50%, perché la malattia sfugge spesso al sistema di sorveglianza».
Va ricordato che, prima di Parma, identici messaggi di allarme erano stati lanciati per Bologna (sifilide) e Reggio Emilia (malattie a trasmissione sessuale, MTS) e, nel complesso, l’Emilia-Romagna è al 3° posto per casi di Epatite A.

Se l'omosessualità viene etichettata con sigle che paiano scelte per la percezione "patologica" che i lettori ne potrebbero avere, la malafede è evidente dinnanzi a chi usa quei termini in maniera errata. Dal punto di vista sanitario, i MSM non sono i gay, ma i «men who have sex with men». Un eterosessuale che fa sesso con un uomo rientra in quella classificazione statistica dato che ai sanitari non interessa l'orientamento sessuale ma le abitudini.
Il fatto che il Ministero della Sanità si interessi ai problemi dei singoli gruppi è legittimato dalla necessità di azioni mirale, ma il tentativo di leggere quei dati in una maniera errata che mira ad "incolpare" un gruppo sociale per fenomeni statistici è pura follia.  Sarebbe come sostenere che il fatto che tra gay non ci siano casi di candodosi possa significare che le donne siano portatrici di malattie... ma in realtà è ovvio che una malattia che colpisce le donne non avrà incidenza sui gruppi maschili (tant'è che i pap test non vengono proposti agli uomini e non si suggerisce il controllo della prostata ad una donna).

Cercando di creare allarmismo attraverso il ricorso al complottismo, aggiungono:

Quando però si vuole capire a che punto è la diffusione delle altre MTS, sul sito della Sanità Regionale non si trova nulla.
Ad esempio, è strano che nel Rapporto HIV 2016 la Regione vanti un calo dei casi di Aids da 408 (2006) a 322 casi (2016) ma che da nessuna parte vengano resi noti i dati relativi a sifilide, gonorrea, ecc.: eppure i dirigenti delle aziende sanitarie li hanno, come si ricava dalle interviste sopra indicate!
Ad esempio, così sintetizza la prof. D’Antuono per Bologna: «Nel centro Malattie a trasmissione sessuale arrivano complessivamente 3.500 nuovi pazienti all’anno e gli under 25, con un trend in aumento negli ultimi due anni, sono il 25% […] nel 70% omosessuali».

Se è tragicomico possano davvero sostenere che trovino strano che in un rapporto sull'HIV non si parli di altre malattie (!!!), nel loro virgolettato viene omesso un passaggio non proprio irrilevante. Il professore proseguiva la frase spiegando che «abbiamo notato che sono in crescita i giovani che si presentano per fare gli esami di profilassi per le Mst, forse per paura o per maggiore consapevolezza, e in questo sono agevolati dall'accesso diretto». Quindi, stando alla logica, è normale che i gruppi più a rischio si controllino maggiormente e che i dati ne risentano.
Le parole con cui loro concludono la loro frase sono contenute nella risposta ad una domanda differente, motivo per cui pare molto scorretto che possano attribuire continuità ad un'asserzione che compare addirittura prima del loro parziale virgolettato. Ed anche in questo caso Famiglia Domani ha ha omesso la parte della frase che meno si prestava alla loro propaganda. Alla domanda su quali fossero i gruppi più colpiti, il professore aveva risposto: «Uomini per due terzi e nel 70% omosessuali (Msm), ma ci sono anche persone che hanno rapporti con uomini e donne e persino donne incinte che scoprono l’infezione durante i controlli in gravidanza».

Ma dato che il procurato allarme serviva a Famiglia Domani solo come pretesto per promuovere odio e intolleranza, si arriva all'assurdo:

La stranezza diviene sospetto se si pensa alle ingenti risorse finanziarie impiegate ogni anno per i progetti di «educazione all’affettività e alla sessualità della Regione Emilia-Romagna rivolto ai preadolescenti», nonché di prevenzione dell’aborto, discriminazioni, violenze, bullismo e dipendenze.
I contenuti? Principalmente due: l’ossessiva raccomandazione di usare il profilattico e l’informazione di dove si può abortire o ricevere la “pillola del giorno dopo”. Per il resto, affettività intesa solo come sesso; sessualità ridotta al piacere e propinata come mera “tecnica”; ideologia gender insinuata surrettiziamente.
Pertanto, sin dal 2013, tali progetti sono stati causa di disagio e contestazioni da parte dei genitori in tutte le province e, nel caso più clamoroso di “W l’amore”, di ben cinque interrogazioni al Parlamento Regionale (due da Forza Italia, una da Fratelli d’Italia e una dalla Lega, una addirittura firmata da sei consiglieri del Partito Democratico).

Praticamente spergiurano sia colpa del preservativo se l'HIV si  diffonde. Dovremmo dunque dedurne che tutti gli scienziati del mondo non abbiano capito nulla e che la verità sia detenuta da quel manipolo di fondamentalisti che non vuole si possa parlare di sesso nelle aule.
Nell'articolo la parola "progetti" viene fatta linkare ad un altro loro articolo in cui si contestava mediante negazionismo ogni progetto regionale. Dicevano che

La prevenzione del bullismo è presente in tre progetti del “Catalogo Ausl”, per studenti di ogni ordine e grado, benché la Regione stessa ammetta che “non ci sono dati ufficiali”. Come sostengono da sempre le associazioni familiari, il bullismo è probabilmente un “grimaldello” per introdurre il gender. Si ricorda che nei vari “tavoli” previsti dalle leggi su bullismo e discriminazione sono state inserite associazioni LGBT impegnate nelle «tematiche di genere» e passate alle cronache come promotrici di orge omosessuali.
L’educazione all’affettività. È noto che anche l’educazione sessuale (rivolta anche a piccolissimi e a ragazzi) è spesso utilizzata per veicolare il gender: infatti, è qui che è previsto il maggior numero di progetti, nei quali si diffonde un’idea della sessualità individualistica, orientata al solo piacere e il cui unico ostacolo sembrano essere infezioni e gravidanze. [...] In ben cinque progetti l’Ausl richiama il problema degli stupefacenti, tuttavia in quattro di essi l’uso di “polverine” viene equiparata a un bicchier di vino o a una sigaretta… e di cannabis – la sostanza che apre a droghe mortali – non si parla. Questa equiparazione tra stupefacenti e vino è probabilmente la spiegazione della crescita delle dipendenze in regione del 481% negli ultimi 25 anni.

Esatto, il fantasma «gender» è la scusa con cui si chiede che si neghino informazioni sulle malattie sessualmente trasmissibili mentre loro promuovono disinformazione a danno di interi gruppi sociali. Un piano luciferino, verrebbe da dire.

La teoria che espongono è che il contrasto al bullismo e la promozione del sesso sicuro sarebbero causa di terribili conseguenze:

Quali sono stati i risultati di tutte queste attività educative, pesantemente finanziate col denaro di tutti?
ABORTO. È stato documentato come, a fronte di un calo degli aborti procurati, la Regione nasconda i dati sulle “pillole del giorno dopo” distribuite gratuitamente dai Consultori e dagli Spazi Giovani. La prevenzione tramite pillole abortive è, chiaramente, una contraddizione in termini.
VIOLENZE. Sono pubblici i dati Istat relativi alle condanne per reati compiuti sia da maschi che da femmine relativi a:
1) Condanne per delitto con sentenza irrevocabile con almeno un reato di ‘violenza sessuale‘: negli ultimi 10 anni la media è di 3,3 ogni 100.000 residenti; nessun miglioramento al 2016.
2) Condanne per delitto con sentenza irrevocabile con almeno un reato di ‘maltrattamenti in famiglia’: negli ultimi 10 anni la media è di 3,1 ogni 100.000 residenti; nel 2016 è salita al 5,8.
3) Condanne per delitto con sentenza irrevocabile con almeno un reato di ‘stalking’: dallo 0,02 ogni 100.000 residenti del 2009 al “record” del 2,8 del 2016.
Si tenga presente che ca. il 16% degli aborti e degli altri reati è commesso in età inferiore ai 24 anni e sarà chiaro che vi è una evidente correlazione con le politiche educative svolte dalla Regione.

Se ci sarebbe da domandarsi quale logica perversa possa portare a sostenere che esista un nesso tra i casi di epatite e l'aborto o la violenza domestica (che ovviamente precisano esista anche da parte di donne dato che loro negano il fenomeno del femminicidio). Eppure tutta quella cozzaglia di bestialità viene usata per sostenere che si debba votare a destra, molto a destra:

Come non si curano le tossicodipendenze regalando metadone, così è demenziale pensare di prevenire aborti, malattie e violenze ricoprendo la regione di profilattici, “pillole del giorno dopo” e facendo vestire i maschi da femmina. Siamo certi che anche il PD non sia così stupido da crederlo: il fine è un altro.

Evidente è che Famiglia Domani non può credere a quello che scrive. Evidentemente il fine è un altro ma, ispirati alla propaganda nazista, amano accusare le proprie vittime di ciò che sono proprio loro a fare.
2 commenti