Il vaticanista Tosatti si fa promotore delle preghiere anti-gay: «I presunti diritti dei gay offendono i cattolici»


Il vaticanista Marco Tosatti pare non voler perdere occasione per sostenere che l'amore tra due persone sia un gravissimo peccato e che i sedicenti "cattolici" dovrebbero sentirsi offesi dall'esistenza dei gay. Con toni che alternano la diffamazione al maldestro tentativo di creare false opposizioni, è dal suo blog che scrive:

Come sappiamo giugno è il mese dei Gay Pride, quelle manifestazioni di presunti diritti che spesso scadono in risvolti piuttosto osceni e altrettanto spesso assumono toni insultanti verso i cristiani e i cattolici. Alcuni dei quali però si ricordano che la sodomia – se nel frattempo i vari James Martin e Mauro Leonardi non hanno cambiato tutto – non è considerata leggermente, e che “Gridano verso il cielo il sangue di Abele; il peccato dei Sodomiti; il lamento del popolo oppresso in Egitto; il lamento del forestiero, della vedova e dell'orfano; l'ingiustizia verso il salariato”.

Da prassi, il fondamentalista cerca di screditare chiunque abbia visioni più cristiane della religione, motivo per cui non poteva mancare una condanna alle opinioni di don Leonardi. Dio odia l'amore, giura Tosatti.

Scomodando la religione quale "giustificazione" all'omofobia, il vaticanista aggiunge:

Che i gaypridisti sfilino per le strade della Capitale, che sarebbe anche la capitale della cristianità, urta la sensibilità di molti cattolici, memori dello sdegno di Giovanni Paolo II: “Un accenno – ha esordito Wojtyla affacciandosi alla finestra del suo studio privato per la tradizionale recita domenicale – ritengo di dover fare alle ben note manifestazioni che a Roma si sono svolte nei giorni scorsi. A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l'affronto recato al grande Giubileo dell'anno 2000 e per l'offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore di tutti i cattolici del mondo”.

Sostenuto che Roma sia un feudo del Vaticano in cui ai gay debba essere negato il diritto di espressione perché diciotto anni fa risultavano sgraditi al Papa, si passa al consueto attacco alle genitorialità:

Inoltre di questi tempi si è aggiunta un'altra “rivendicazione” a queste sfilate. E cioè la possibilità di ottenere dei “figli” a ogni costo, sempre purché si sia abbastanza ricchi da poter mercanteggiare in esseri umani. Poi, una volta che si è ottenuto un piccolo/a in Paesi e continenti dove la legge italiana, e le norme dell'Europa non valgono, li si riporta in Italia e si mettono avanti quei poveri innocenti, privati a vita vuoi di un padre o di una madre, e della propria memoria umana e genetica, per rivendicare il diritto di una “famiglia”. Un'operazione un po’ vigliacca e truffaldina, no? Come infatti scrive Provita: "Pd e LeU aderiscono al Roma Pride, scrive Libero riportando parole di Martina e Orfini. Esistono famiglie arcobaleno, diritto a realizzarsi e diritto bambini ad essere tutelati. Si, ma tutelati nel sacrosanto diritto ad avere un papà e una mamma".

Se i toni rancorosi e traboccanti d'odio qualificano Tosatti, la sua citazione dell'organizzazione forzanovista ci mostra come sia sempre il solito manipolo di integralisti a coordinare una sistematica campagna anti gay. Ed ovviamente non mancano neppure le generalizzazioni con il suo sostenere che l'unica cosa importante per i bambini sia che un genitore abbia il pene e l'altro una vagina, poi non importa se stuprano i figli, li maltrattano o li fanno prostituire.
In perfetta malafede pare anche il loro tentare di associare la gpa ai gay, non solo perché ad accedervi sono principalmente coppie eterosessuali, ma soprattutto perché sono proprio loro ad opporsi all'adozione di bambini bisognosi.

Insultate la Cirinnà e la Boldrini, Tosatti torna a sostenere che le sinistre siano il male, quasi a voler sostenere che Dio voterebbe a desta. Poi, lamentando una Chiesa che non è omofoba quanto lui vorrebbe, si mette a promuovere le preghiere anti-gay organizzate dal fondamentalismo:

Comunque, tornando al Gay Pride Romano, nel silenzio della Chiesa della capitale, latitante, c'è chi ha pensato di organizzare per domani mattina una “Processione in riparazione del “gay pride” di Roma”. Si svolgerà a Piazza del Popolo, ore 11.00. Volentieri pubblichiamo queste righe:

Sabato 9 giugno prossimo sfilerà per le piazze e per le strade di Roma il gay pride capitolino. Fra l'assenso esplicito delle forze politiche e il silenzio-assenso della “chiesa in uscita”, un gruppo di fedeli laici ha deciso di rispondere alzando la testa. Si è costituito infatti, proprio a Roma, il Comitato San Flippo Neri, composto perlopiù da giovani e coraggiosi cattolici che, indignati per lo scandalo, hanno deciso di indire, con l'aiuto di alcuni altrettanto coraggiosi sacerdoti, un atto liturgico di pubblica riparazione in Piazza del Popolo (ore 11), nella stessa giornata in cui i colori arcobaleno imbratteranno la culla del Cristianesimo.
La ragione per cui quest'anno si è deciso di pregare a Roma credo sia evidente: i “pride” sono eventi nefasti ovunque, ma sono, se possibile, ancor più gravi se sfregiano la Città Eterna.
Un'altra motivazione, non meno importante, è che le pubbliche riparazioni sono state sempre molto incoraggiate dalla Chiesa (rif.: Miserentissimus Redemptor e Caritate Christi Compulsi di S.S. Pio XI).
E il fatto che [la preghiera di riparazione] sia fuori moda, oltre a non spaventarci, ci fa capire che stiamo percorrendo la strada giusta: ogni buon cattolico combatte una battaglia quotidiana contro la società, “viviamo nel mondo, ma non siamo del mondo” Gv 17,14. Se la vita del cattolico non è militanza, che vita è?
Abbiamo scritto un'accorata lettera a mons. De Donatis, al tempo vicario di Roma, da pochissimo cardinale, ma non abbiamo ricevuto risposta. Considerando quanto accaduto a Reggio Emilia, con mons. Camisasca a presiedere una veglia LGBT, non ci saremmo aspettati granché. Spiace però non ricevere risposte, dal momento che la lettera è stata inviata a nome del Comitato, ma sono certo che vi erano espresse le perplessità di molti. Una risposta avrebbe quantomeno dissipato l'ambiguità in cui, in un modo o nell'altro, fluttua l'attuale gerarchia ecclesiastica.
Sabato si combatte la vera guerra dei nostri giorni, che sta andando avanti implacabile in tutti i paesi occidentali. È invisibile e non uccide il corpo. È una guerra morale. Per questo bisogna affidarsi alla protezione di Dio e riparare l'enorme scandalo del Roma Pride. Quale migliore occasione?

Non manca poi una promozione anche delle preghiere contro i partecipanti del Varese Pride:

Invece a Varese ci sarà un Santo Rosario in pubblica riparazione del “gay pride” di Varese del 16 giugno 2018.

“I fedeli di Varese hanno deciso di esprimere pubblicamente la loro riprovazione per il diffondersi indiscriminato dell'uso abietto di andare orgogliosi [pride] del peccato contro natura, che grida vendetta al cospetto di Dio e che è un abominio ai Suoi occhi. Invitiamo i lettori che potranno farlo ad essere presenti e comunque ad unirsi all'iniziativa con la preghiera.
Il Comitato “Beato Miguel A. Pro”, costituitosi tra gli uomini e le donne di Varese al fine di organizzare la necessaria preghiera di riparazione all'oltraggioso corteo “Varese Pride” del prossimo 16 giugno, desidera rendere noto quanto segue:
La preghiera si terrà il 16 Giugno alle ore 14:30 alla Prima Cappella del Sacro Monte di Varese, con qualsiasi condizione meteorologica.
Il Comitato ha richiesto ed ottenuto la necessaria autorizzazione allo svolgimento dell'incontro da parte dell'autorità di Pubblica Sicurezza, la quale garantirà anche che il tutto si svolga in perfetta tranquillità e serenità.
Il Comitato esprime la massima vicinanza al Comitato “San Filippo Neri” ed al Comitato “Beata Veronica da Binasco” costituitisi a Roma ed a Pavia con le medesime finalità ed impegnati in analoghe iniziative il 9 ed il 10 giugno, invitando tutti coloro che ne avessero la possibilità a partecipare.
Il Comitato conferma che il S. Rosario al Sacro Monte di Varese sarà guidato da un sacerdote ed invita a presenziare tutti i presbiteri che ne abbiano la possibilità, dando così al popolo cristiano ed al mondo una coraggiosa e doverosa testimonianza di fede.
L'intera recita del S. Rosario e dell'Atto di Riparazione al Cuore Sacratissimo di Gesù avverrà alla Prima Cappella. Al termine della preghiera, chi lo vorrà potrà proseguire lungo le altre cappelle e raggiungere il Santuario di S. Maria del Monte”.

Pregare contro l'esistanza del prossimo: è questa la nuova follia di un fondamentalismo che insulta Dio con la sua blasfemia. E se Tosatti ama sostenere che i pride sarebbero "una carnevalata", come dovremmo definire queste sue ogfese al sentimento religioso?
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