La Voce del Trentino contro il Pride: «Una carnevalata. Erano ubriachi e ostentavano la loro condizione contro un'omofobia che non esiste»


In Italia vige la regola per cui chi è di destra hai il diritto di insultare i gay, tanto l'ordine dei giornalisti non ti dirà nulla se li chiami «fr*oci» come Vittorio Feltri o se calpesti il loro diritto costituzionale alla pari dignità.
Dopo aver condotto una campagna denigratoria verso il Pride, La Voce del Trentino ha deciso di insultare pubblicamente le 10mila persone che hanno partecipato al Dolomiti Pride di sabato scorso.
In sinergia con la propaganda neofascista che giura su Dio che i pride debbano essere ritenuti «una carnevalata» dato che loro preferiscono gli alpini che compiono stupri durante le loro feste, dalle loro pagine scrivono:

Una bella festa, tanti colori, travestimenti e maschere conditi da bella musica, balli e divertimento.
Sembrerebbe la descrizione di un qualsiasi carnevale, invece era il Dolomiti Pride di Trento, il raduno e la parata dell'orgoglio gay che ha sfilato per le strade della città.

Se pare patetico il giro di parole utilizzato per arrivare a definire «una carnavalata» la manifestazione, il quotidiano filo-salviniano aggiunge pure:

Ciò significa che la manifestazione è sicuramente un fenomeno simpatico che ha attirato tantissime persone “normali” o soltanto curiosi, anche famiglie, ma più che un evento per reclamare diritti sembra soltanto una bella festa.

Ed è così che, tra i loro insulti, non si sono dimenticati neppure di sostenere che i gay sarebbero "anormali". Ed ancora, scrivono:

Massima simpatia e tolleranza per l'amore omosessuale, ma non servono forse tanti eccessi e mascherate per sfogarsi e divertirsi assieme.
Nulla di speciale, insomma, a nessuno dispiace fare festa, ma non serve reclamare chissà quali diritti che ad oggi sono largamente sdoganati.
Non serve ostentare la propria condizione o la propria ribellione contro qualche ostacolo che non c'è.

La diffamazione prosegue con il loro sostenere che le donne andassero in giro nude, gli uomini fossero ubriachi e che i presenti fossero dei cattivi che insultavano i politici:

Pochi i politici presenti e non si è visto nessun sindaco della provincia di Trento.
Anzi – secondo delle testimonianze – alcuni dei pochi politici presenti pare siano stati anche insultati da qualcuno del corteo per la loro presenza, parsa inopportuna, visto che non hanno sostenuto la manifestazione come forse volevano gli organizzatori.
Si sono viste alcune ragazze sfilare con le tette al vento, e dei giovani ubriachi.
Ma alla fine poteva andare anche peggio.

Si sostiene dunque che con i gay si rischi il peggio e si spergiura che siano viste situazioni che il reporter da loro inviato a cercare materiale diffamatorio non ha visto.

Nei giorni scorsi, La Voce del Trentino prevedeva la partecipazione di tremila persone (in realtà sono state 10mila) e per parlare delle vie chiuse al traffico erano ricorsi a questa immagine:



Insomma, tanta denigrazione, insulti e malafede in ode ai partiti che promettono omofobia. Intanto l'ordine dei giornalisti continua a non sanzionare simili atteggiamenti.

E per chi si domandasse se le accuse rivolte alla manifestazione potessero avere un briciolo di verità, a rispondergli ci hanno pensato i giornali più seri. Ad esempio Il Dolomiti non esita a scrivere che Rossi ha perso un'occasione e che solo chi non ha partecipato può raccontare falsamente che la manifestazione fosse solo «folkloristica». Chissà, forse lo sa bene anche La Voce del Trentino e, dato che i loro lettori non saranno certo stati tra i partecipanti, era l'occasione per raccontargli le falsità che maggiormente avrebbero fatto il gioco dei partiti che loro sostengono. Tanto l'ordine non gli dirà nulla.
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