L'infinita campagna elettorale di Salvini: un post all'ora sui social e costanti atti di bullismo contro i più deboli


Nessuno sa che fine abbia fatto il premier Conte e se il M5S pare essere evaporato nel nulla, ma risulta chiaro che l'Italia sia ormai completamente nelle mani di Matteo Salvini nonostante alle elezioni avesse preso solo il 17% dei voti. Non passa giorno senza che lo si veda sui telegiornali e sui giornali mentre si lancia nelle più improbabili dichiarazioni, spesso registrando messaggi destinati ai social in cui promette che lui renderà l'Italia un regime simile all'Ungheria di Orban.

Stando ai calcoli del Corriere della Sera, la sua ricerca di consensi passa dalla pubblicazione di un post all'ora suo social network. Se non è chiaro come una simile campagna autopromozionale possa essere compatibile con l'impegno che dovrebbe essere richiesto al suo lavoro di governo, i suoi toni non passano inosservati: «io ho chiesto», «io ho fatto», «io ho voluto». Tutto passa dal suo porsi come un bullo che lavora in solitaria, un duce che fa tutto da solo.

In quella condizione geopolitica in cui l'America non è più semplicemente l'America ma è diventata l'America di Trump (al pari dell'Ungheria di Orban o della Russia del suo amatissimo Putin), lui vuole un'Italia di Salvini che possa promuovere il culto del leader forte e privo di scrupoli alla Benito Mussolini.
In realtà, ad oggi nulla è cambiato. Le leggi che Salvini ha firmato per obbligare l'Italia a dover gestire i flussi migratori sono tutte ancora lì, al pari di quella Bossi-Fini che complica la situazione italiana nei confronti dell'Europa. Esistonosolo azioni estemporanee che hanno tutta l'aria di una campagna elettorale condotta sulla pelle dei più deboli. Lui se la prende con il volontario che salva vite in mare deridendo la sua acconciatura, registra messaggi Facebook contro le ong, promette che respingerà i bambini che scappano dalla guerra o che schederà i gruppi sociali su base etnica.
Non può farlo perché è incostituzionale, ma lui si fa bello promettendo un guadagno sulla pelle dei più deboli, magari sostenendo che esista un «pericolo invasione» nonostante gli sbarchi siano diminuiti del 76,8% rispetto al 2017 e del 72,37% rispetto al 2016.
Ha anche difeso un ministro della famiglia che sostiene di non voler riconoscere alcune famiglie, ha chiesto all'avvocatura di stato come rendere orfani i bambini sgraditi al fondamentalismo religioso ed ha attaccato il diritto all'autodeterminazione delle donne. In un comizio a Brscia, ha dichiarato che «in Italia abbiamo i fenomeni a sinistra che sono femministe e a favore dell’Islam. Mettetevi d’accordo con voi stesse: o fai la femminista o ti metti il burqa». Forse ignora che i diritti umani prevedano che ogni persona debba poter decidere di mettersi il burqa, l'importante è che lo faccia per scelta e non per imposizione. Il tentativo di creare false contrapposizioni è un evergreen dal sapore fascista che rischia solo di fomentare contrapposizioni sociali.
In una evidente limitazione del diritto di parola, la polizia ha fermato e interrogato tre giornalisti che osavano indagare sui finanziamenti alla Lega di Salvini. A Siracusa due donne sono state fermate dalla Digos perché sostenevano fosse vietato manifestare contro il governo.

Questo non è governare, è face campagna elettorale mentre si occupa un luogo istituzionale. Significa cercare consensi quasi come se volesse farsi bello per quando farà cadere il governo e cercherà di aumentare il numero di intolleranti pronti a legittimare le sue mire dittatoriali.
È l'emblema di un Paese che viene messo nelle mani di un tizio che non ha studiato perché preferiva frequentare il Leoncavallo e giocare a fare il "comunista padano". Oggi è espressione dell'intolleranza e vende un prodotto che il popolino aveva già acquistato quando c'era Mussolini a fare l'imbonitore.
Eppure la verità dei fatti pare assai diversa da quella che lui esige sia dipinta. Ogni anno tra i 125 mila e 300 mila italiani vanno all’estero ogni anno a cercare lavoro (fonte Ocse). Nel 2018 sono stati 16.040 i migranti arrivati in Italia nel 2018 (fonte Unhcr). Ma secondo Matteo Salvini, la priorità sarebbe quella di impedire gli arrivi e non certo quella lavorare per frenare le partenze.
In Italia il 15% delle famiglie italiane è monogenitoriale e le coppie omogenitoriali, nel 2016, erano solo 529. Secondo Salvini, Pillon e Meloni, il bullismo contro quelle 529 famiglie giustificherebbe moduli e procedure che tolgano dignità a quel 15% di bambini che non hanno una mamma o un papà anche se nati in coppie eterosessuali.
Vanno in Inghilterra a cercare di infliggere atroci sofferenze ad un bambino terminale dicendo che quella sarebbe una «difesa della vita», poi la loro prima proposta di legge è un documento che classifica come «legittima difesa» anche chi uccide un uomo disarmato. La proprietà privata, a detta della Lega, varrebbe più della vita umana. Tra schedature su base razziali e condoni ha chi ha evaso le tasse, le priorità del nuovo governo parlano da sole.
Ma tra interrogatori ai giornalisti che indagano sui suoi fondi e proposte di togliere la scorta a Saviano, nell'Italia di Matteo Salvini non pare esistere più una vera libertà di stampa. E chissà non sia quello il motivo per cui i giornalisti gli danno corda, in un'Italia in cui decine di migliaia di laureati espatriano ogni anno e in cui a restare è un populino che si sente minacciato dai 111 bambini non accompagnati a bordo dell'Aquarius.
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