Non riconoscono che i gay abbiano un posto nei progetti di Dio, ma sino al 1563 non disconoscevano neppure che la donna avesse un'anima


La Chiesa Cattolica ha avuto bisogno del Concilio di Trento per riconoscere che le donne avessero un'anima. Prima di allora le si considerava un oggetto, utili solo a dare piacere al maschio o per la produzione di figli. Nulla di più.
A 455 anni di distanza da allora, ci sono ancora personaggi alla Gandolfini che si battono perché Dio possa essere utilizzato come pretesto per negare loro pari dignità. Il ministro leghista Fontana dice debbano essere usati come incubatrici umane adibite alla produzione di figli da donare alla Patria, Adinolfi racconta ai giornali che è nel nome della Bibbia che lui pretende si sottomettano al maschio. Da qui una bufala "gender" che viene utilizzata persino per contrastare l'applicazione della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica.
Non va meglio con le loro posizioni anti-gay. Nonostante il fine sia principalmente la promozione dell'estrema destra attraverso lo sdoganamento di ogni forma di pregiudizio e populismo, non passa un solo giorno senza che un qualche fondamentalista giustifichi l'introlleranza attraverso il suo sostenere che i gay non farebbero parte dei progetti di Dio.
La premessa, dunque, è che Dio sarebbe un incompetente che non sa fare il suo lavoro: se solamente valesse anche solo la metà di Adinolfi, avrebbe saputo che non c'era spazio per la diversità e che tutti gli uomini sarebbero dovuti essere creati ad immagine e somiglianza di Gandolfini. Ed è così che il senatore leghista Simone Pillon promette che, grazie alle politiche di Matteo Salvini, porrà rimedio ad un Dio onnisciente e onnipotente non avrebbe capito quella verità ultima di cui lui dice di essere il detentore.
Tutto ci porta ad ipotizzare un abuso politico del sentimento religioso, confermato dal loro preferire i codicilli vaticani al messaggio di Gesù, semplice e chiaro nel suo invito a non giudicare e ad amare il prossimo. Eppure non solo giudicano e condannano, ma promuovono un'ideologia basata sul sostenere che gli altri debbano essere ritenuti "sbagliati" sino a prova sbagliata.
Fino a quando non ci sarà un concilio che condanni quella discriminazione, loro non smetteranno di sentirsi legittimati a professarsi superiori agli altri, anche in questo caso ignorando il monito di Gesù: «Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (Luca 14,1.7-11).
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