Un tumore per il Paese


Dicono che la "libertà religiosa" significhi godere di una totale impunità dinnanzi ai reati di matrice discriminatoria. Giurano che la "libertà di opinione" garantisca il diritto di insultare, denigrare e diffamare interi gruppi sociali. È il fondamentalismo odierno, una tra le più gravi piaghe sociali che minaccia il futuro delle nuove generazioni.
Agiscono indisturbati, perché le istituzioni temono che grideranno alla censura se il loro odio verrà arginato. Peccato che questo presupponga abbiano già vinto, tramutando i principi civili in un'arma da poter usare contro i diritti civili altrui. Il loro dirsi discriminati perché non possono discriminati è comunemente accettata come un'argomentazione che può essere sostenuta senza vergogna dato che a legittimarla c'è una frangia della Chiesa Cattolica, complice della alla loro aggressione e storicamente insignita di una immunità dinnanzi ai loro crimini. È questo il motivo per cui si agitano rosari e crocefissi come se fossero strumenti politici che possono essere usati a proprio piacimento, magari facendo persino come come quell'Adinolfi che li agita mentre invita a non offrire l'accoglienza predicata da Gesù. Non importa si sia cristiani, importa solo che ci si definisca tali e che si plauda a chi usa i crocefissi quale strumento di offesa alla sensibilità altrui in un atto finalizzato a rivendicare la supremazia di una religione sulle altre.

Or,mai tutto pare sia diventato lecito. Gli si fa passare il loro dichiarare pubblicamente che i gay siano pedofili o malati, poi si subiscono le loro denunce in cui un qualunque Fiani possa mettersi ad intimidire le istituzioni con denunce contro chi darà supporto a chi è vittima della sua crociata. Provita sbraita che i suoi manifesti che offendono le donne siano stati «censurati» contro il loro diritto di espressione, peccato non si siano fatti problemi a denunciare Toscani, i professori del Giulio Cesare o la Rai attraverso querele che chiedevano la censura di tutto ciò che non era a loro gradito. Un bacio era da vietare, la promozione della criminalizzazione della donna viene spacciata per una "libertà".
La lista prosegue con un Adinolfi che pretende che ai gay venga vietato l'accesso ai programmi della tv pubblica, ma solo qualche mese prima si vantava di come quelle stesse reti gli avessero permesso di fare il presenzialista in quello squallido teatrino in cui non si poteva parlare di famiglie gay senza che lui fosse presente a vomitare il suo odio.
C'è ipocrisia, ma anche veri crimini e propri contro l'umanità che restano impuniti solo perché si tollera che il fondamentalismo possa giocare a cambiare il senso alle parole. Solo così spiega perché un Fiani possa usare il dramma del "femminicidio" all'interno di una campagna antiabortista, ridefinendo il termine in una visione che possa negare la gravità del suo aver insultato le studentesse stuprate a Firenze da due carabinieri. Non esitò a sostenere pubblicamente che le vittime fossero «due zoccole» e non spese una sola parola contro i loro violentatori, quasi come se il loro essere maschi li legittimasse ad abusare sessualmente di due ragazze accusate di essere state troppo ammiccanti per poi volersi tirare indietro. E chissà che nella sua mente non si racconti pure che probabilmente gli sarà pure piaciuto. La donne deve sottomettersi, ripetono Adinolfi e la Miriano, quindi non si capisce perché mai un maschio dovrebbe fermarsi se la donna gli dice di «no» ma lui pensa che sotto-sotto lo voglia.
Poi capita che Fiani legga un documento in cui è presente una riferimento alla legittimità del sesso consensuale e a lui vanga da pensare alla pedofilia. Se ognuno farà le associazione mentali che si merita, lui ha invocato il "diritto di parola" nell'accusare pubblicamente gli organizzatori di una manifestazione di voler promuovere ciò che lui si era inventato nella sua testa. A detta loro, il fondamentalismo deve poter dire qualunque cosa e non ne deve mai rendere conto. Intanto Adinolfi se l'è presa con le vittime del coro di Ratisbona, dicendo che avrebbero dovuto tacere dinnanzi alle violenze subite per non danneggiare l'immagine di una Chiesa che li aveva seviziati.
Il mondo del fondamentalismo è una costante contraddizione, del tutto impunito mentre Adinolfi dice che il suo dichiararsi opinabilmente "cristiano" debba garantirgli il "diritto" di imporsi sulla vita altrui. Pretende di decidere come si debba nascere, chi si debba amare, con chi ci si possa sposare e come si debba morire. I presupposti sono quelli di un regime del pensiero unico, basato sul suo volere e su leggi che impediscano ogni libertà personale.

L'aspetto più preoccupante è il costante e progressivo aumento della loro violenza verbale. Se ieri si presentavano mozioni contro chi tentava di patologizzare l'omosessualità, ora si è talmente assuefatti da tacere mentre Adinolfi organizza rosari contro i gay o mentre Scandroglio firma articoli in cui si parla di omosessualità nei termini di «patologia» o di «difetto genetico».
Dato che la propaganda integralista è ispirata a quella nazista, pare abbastanza evidente che anche loro amino accusare le proprie vittime dei mali che infliggono loro esattamente come facevano i nazisti con gli ebrei. E nei convegni fondamentalisti questa situazione viene ben spiegata con l'esempio di una rana che scapperebbe con un balzo se gettata nell'acqua bollente, ma resterebbe impassibile se l'acqua fosse scaldata lentamente per poi non avere più le forze necessarie scappare quando l'acqua fosse diventata troppo calda.
Naturalmente loro sostengono che sarebbero i gay a voler assuefare la popolazione ad accettare che si debbano poter vivere la loro vita senza che un qualche Adinolfi possa impedire il loro amore, ma basterebbe soffermarsi sull'assurdità di quella pretesa per comprendere che il loro discorso è un becero tentativo di giustificare la loro smania nelle voler controllare e limitare la vita degli altri.
Un conto è che Adinolfi creda che Dio preferisca i suoi due matrimoni al sincero amore tra due uomini, un altro che pretenda di vietare le loro vite solo perché vorrebbe che ai suoi coiti sia conferito un valore giuridico che sancisca quella che lui sostiene sarebbe la sua supremazia. La prima è un'idea stupida ma lecita, la seconda è fascismo.

E se oggi Fontana colleziona una qualche critica per la sua negazione sull'esistenza delle famiglie gay, c'è da temere che tra non molto si potrà dire di peggio senza che nessuno ci faccia caso. Il piano inclinato è tale da spiegarci che ogni giorno si aggiunge una legittimazione all'odio e ogni giorno il fondamentalismo oserà di più sino a quando non riuscirà a creare una sorta di Isis nostrana che possa controllare e limitare le vite degli degli altri sulla base di fantomatici dogmi religiosi.
Dogmi che, vale la pena ricordarlo, vengono usati per giustificare l'odio ma vengono tranquillamente ignorati se Gesù invita all'accoglienza del forestiero o se la città di Sodoma fu rasa al suolo perché non accogliente verso gli stranieri (e non certo perché Dio volesse punire i gay come loro amano raccontarsi nonostante sia la Bibbia stessa a rivelare quale debba essere la corretta lettura di quel brano).
L'evidenza è che l'integralismo è come un tumore, motivo per cui sarebbe urgente comprendere se la sua aggressione alla vita sia ancora arginabile o se le metastasi siano tali da aver già destinato l'Italia ad una inevitabile morte.

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Nella foto: uno dei tanti bambini impiegati nella propaganda omofoba da gruppi che sostengono di voler "difendere" i bambini attraverso la promozione della discriminazione contro chiunque non sia conforme al loro volere.
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