A Pontida c'era il 30% dei partecipanti rispetto al Milano Pride, ma la stampa esalta Salvini


Secondo i giornalisti, le 75mila persone monocolore che si sono radunate a Pontida per inneggiare a Salvini e alle sue politiche discriminatorie sarebbero da intendersi come «un bagno di folla». Curiosamente, però, quegli stessi giornalisti non hanno usato i medesimi termini dinnanzi alle 250mila persone che a Milano manifestavano per i diritti civili e l'apertura dei porti.
Prima del "problema Salvini" bisognerebbe forse occuparsi del problema legato ad una informazione che pare incapace di non inchinarsi dinnanzi al potente di turno. È una stampa che è causa della paura che sta alla base del razzismo o di chi vorrebbe un'arma da fuoco in casa nella speranza che la Lega possa garantire loro impunità in caso di omicidio. È una stampa che si è dimenticata dei cori razzisti di Salvini contro i meridionali o del suo pieno sostegno a Renzi. È una stampa che ha ripulito la storia di un trasformista che dice solo quello che i sondaggi gli suggeriscono di dire, confidente su come nessuno farà memoria delle sue precedenti dichiarazioni:


Mentre crescono bollette e tasse, ieri Salvini ha vietato alle Ong la possibilità di poter fare rifornimenti in modo da impedirgli di poter salvare vite umane. Quanto potrà ancora essere alzata l’asticella della disumanità perché ci si renda conto di quello che sta accadendo? E quando i giornalisti si decideranno a raccontarcelo?
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