Il senatore Scilipoti (Forza Italia) propone rosari e liturgie penitenziali in "riparazione" ai Gay Pride


Ci sarebbe da domandarsi a che gioco voglia giocare il senatore Domenico Scilipoti (Forza Italia). Se la scorsa legislatura si rese ridicolo leggendo in aula il Levitico contro le unioni civili, è in occasione della stagione dei Pride che lo ritroviamo intento ad inviare insulti quotidiani riservati ai gay.
Nei comunicati stampa che dirama a spese della cittadinanza e con mezzi di proprietà del Senato della Repubblica, Scilipoti chiede sia scritto a chiare lettere il suo nome e che si specifichi il suo definirsi "cristiano" mentre vomita i suoi giudizi di condanna verso il prossimo in sfregio al principio di laicità dello stato.
Se l'altro ieri ha sostenuto che i gay offendano la Madonna e che sia lecito limitare il loro diritto di libera circolazione per le strade pubbliche, ieri è stata la volta del suo chiedere che si vieti a Netflix di poter raccontare storie che contrastino con il pregiudizio su cui si basa la sua smisurata omofobia. Oggi è il turno di un attacco a Pieluigi Diaco e ai partecipanti dei Gay Pride:

Lo svolgimento del Gay Pride, nei pressi del Santuario di Pompei, è un fatto irrispettoso nei riguardi della maggioranza del paese che si riconosce nei valori cristiani. E' opportuna una forma di riparazione, come il rosario o una liturgia penitenziale, davanti ad una offesa ai valori cristiani che siamo chiamati a difendere anche in pubblico. Una rumorosa minoranza, come quella Lgbt, non può dettare l' agenda della politica e della società, come sin qui avvenuto con tali “carnevalate oscene”, travisando l' anormalità per normalità. Il giornalista di RTL 102.5, Pierluigi Diaco, dovrebbe dedicare il suo tempo a spiegare tutto ciò agli 8.483.000 very normal people italiani che ascoltano ogni giorno l’emittente.

Se di anormale pare essersi solo uno stato che ha riconfermato uno stipendio pubblico ad un personaggio come il signor Domenico Scilipoti Isgrò, vergognoso è come la Cei non si affretti a prendere le distanze da chi infanga il cristianesimo nel tentativo di tramutarlo in una legittimazione all'odio. Perché se l'espressione della Chiesa odierna fossero davvero personaggi come Domanico Scilipoti o Simone Pillon, allora potremmo tranquillamente ipotizzare che Dio li abbia abbandonati.

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