Quelli del rosario anti-gay inneggiano a Fiani e chiedono che le famiglie gay siano rese illegali


Siamo al teatro dell'assurdo. Utilizzando la sua moltitudine di sigle, la lobby anti-gay ci viene a raccontare che il loro darsi ragione da soli renderebbe verità rivelate le teorie che Filippo Fiani ha sostenuto nei suoi esposti-fuffa alla Corte dei conti contro il patrocinio concesso ai pride.
Capita così che gli organizzatori dei blasfemi rosari anti-gay tenutesi dinnanzi al santuario di Pompei (guidati dall'ex adinolfiniano Luigi Mercogliano) vogliano salire sul carro degli omofobi per cercare di accaparrarsi la loro fetta di profitto.
A dir poco surreale è proclamo diramato dall'associazione omofoba di Luigi Mercogliano. Si parte con il vittimismo e con una qualche menzogna che, indipendentemente dalla malafede ostentata, dimostra la ferocia di un fondamentalismo che chiede la criminalizzazione del pensiero:

Durante questi mesi abbiamo più volte denunciato le pretese, contenute all'interno del manifesto politico del cosiddetto "Dolomiti Pride", di legalizzare l'utero in affitto e l'adozione ai singoli e ai gay, nonchè l'indottrinamento gender da parte dell'attivismo lgbt nelle scuole di ogni ordine e grado.
Abbiamo richiamato l'attenzione delle istituzioni provinciali e comunali su quanto stessero patrocinando, dietro al velo della lotta alle discriminazioni.
Non vi è stata nessuna risposta.

Si apprende così che il fondamentalista-pensiero sostiene sia fatto divieto avere opinioni diverse da quelle di Filippo Fiani. Qui non lanciano accuse versi un qualche atto illegale come quello che Fiani parrebbe aver compiuto quando ha pubblicamente invitato i suoi seguaci ad ammazzare eventuali fratelli gay, dicono sia illegale avere opinioni non conformi a quelle dei fondamentalisti.
Se appare tragicomico che chi fomenta discriminazione si lamenti di chi la contrasta (probabilmente anche i nazisti non amano gli antifascisti), il proclamo prosegue con una crescente violenza ideologica:

Sappiamo bene che il patrocinio in sé non non è costato nulla alle casse pubbliche (almeno così ci è stato sempre raccontato), ma sappiamo altrettanto bene chi abbia contribuito agli eventi collaterali, come per esempio la presentazione del libro "due uomini e una culla", avvenuta nella "biblioteca della donna" a Bolzano, durante la quale si è caldeggiato apertamente la pratica della maternità surrogata contravvenendo a quanto disposto dalla legge 40.
E ancora la mostra fotografica "famiglie" sulle cosiddette "famiglie arcobaleno, allestita all'interno della biblioteca comunale Firmian e organizzata dalla famigerata rete torinese RE.A.DI, da cui tutti i comuni coinvolti stanno via via prendendo le distanze.

La discriminazione diventa dunque norma per chiedere che si impediva ogni opinione contraria a chi impone discriminazione. Sarebbe come se i razzisti avessero sostenuto l'illegalità degli anti-razzisti quando speravano di poter continuare a privare dal diritto di voto i neri.
Apprendiamo anche che il fondamentalismo è convinto sia vietato scattare fotografie alle famiglie gay. Non male dato che le loro paginette sono piene di fotografie di integralisti che abusano dei propri figli contro il prossimo, distruggendo l'idea stessa della famiglia dato che nelle loro menti quella formazione sociale diviene un luogo finalizzato alla mera produzione di bambini.

Si arriva così al tentativo di ottenere visibilità davanti agli omofobi:

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà all'iniziativa dell'associazione "Difesa dei Valori", capitanata dall'ottimo Filippo Fiani e presentata in questi giorni alla Camera dei Deputati. Il vento sta cambiando e le nostre famiglie vogliono essere partecipi di questo cambiamento, per il bene dei nostri figli!

Figli che naturalmente dovranno necessariamente essere eterosessuali se non vorranno essere vittima della ferocia dei loro genitori (quegli stessi genitori che dicono di che i minori non abbiano diritti dato che loro li immaginano come loro proprietà di cui poter disporre a proprio piacimento).
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