San Pietroburgo, la polizia arresta 30 attivisti lgbt durante il Pride


Nella Russia che tanto piace a Salvini e ai fondamentalisti cattolici, il contrasto all'esistenza delle minoranze è una priorità.
A San Pietroburgo, una sessantina di coraggiosi attivistisi lgbt si era data appuntamento in centro con l’intenzione di dare vita all’annuale Pride. Come triste prassi, la manifestazione non era stata autorizzato dalle autorità.
La polizia si è presentata in massa ed ha arrestato chiunque gli capitasse a tiro. Circa la metà dei manifestanti è stata trascinata in prigione con l'accusa di aver osato sventolare una bandiera arcobaleno.
Sobi, un attivista presente alla manifestazione, dichiara ad Euronews: «Sono molto stanco di essere discriminato e dell’idea che non possa uscire per dire che mi dispiace. Il mio Paese non vuole sentirlo. Mi sento male, ma a loro non importa».
Sono ormai cinque anni che Mosca ha istituzionalizzato l'omofobia di stato, sostenendo che sarebbe per il bene dei bambini che si deve impedire quella che loro definiscono «propaganda gay». Ovviamente gli adolescenti sono i più colpiti, con un governo impegnato a farli sentire soli e "sbagliati" tra gli applausi del fondamentalismo cristiano internazionale.
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