Costanza Miriano: «Il Papa sbaglia: la psichiatria può guarire i gay anche dopo i vent'anni, ma solo alla presenza di un cattolico»


La fondamentalista Costanza Miriano appare sempre più ossessionata dal suo odio contro i gay. Ormai non passa giorno senza che non se ne esca con un qualche scritto in cui lancia accuse e insulti contro chiunque prete osi sostenere che forse Dio non è un sadico omofobo che avrebbe creato l'omosessualità solo perché lei potesse insultarli o invitarli a sottoporsi a quelle torture psicologiche che risultano la provata causa di numerosi adolescenti spinti al suicidio.

In un surreale articolo intitolato "Se anche nella Chiesa la militanza omosessualista riesce a dettare l’agenda", la fondamentalista scrive:

L’articolo di James Martin nel suo miglior travestimento – la vittima – mi costringe a fare qualche riflessione su questa dolorosissima vicenda degli abusi di McCarrick: il sacerdote gesuita, sempre più esplicito nella sua militanza omosessualista, lamenta la caccia alle streghe contro i sacerdoti “gay” in un articolo ritwittato da Spadaro, che peraltro supponevo “fedelissimo” di quel Papa che dice che gli omosessuali in seminario al minimo sospetto manco ci devono entrare. Purtroppo la lamentela e il vittimismo sono i cavalli di battaglia dei militanti (non a caso un tratto più spesso femminile che maschile della personalità). A forza di lamentarsi e di fare le vittime, a forza di parlare di discriminazione e non accoglienza, le persone omosessuali hanno al contrario con estrema aggressività e violenza ideologica imposto la loro agenda a tutti i livelli.

Sostenuto che i gay sarebbro delle "donne mancate" sulla base dei peggiori stereotipi di manifesta ignoranza e rilanciarti quegli stereotipi di genere che paiono rappresentate la sua unica ragione di vita, è attraverso il ricorso alla macchina del fango che la fondamentalista tenta di screditare chiunque osi mettere indubbio la sua idea di una divinità xenofoba, omofoba e misogina.
Immancabile è anche il suo sostenere che non si possa essere preti se non si ostentano erezioni provocate dalla vista delle parrocchiane. Chiude il cerco la sua proverbiale abitudine negare l'esistenza stessa dell'omofobia:

Prima ci sono riusciti con diversi governi, imponendo il loro ruolino di marcia, bloccando parlamenti per mesi, tradendo le priorità della realtà, inventando un mondo in cui le persone omosessuali sono vittime di cattiverie e violenze quotidiane ed è urgentissimo in nome dei diritti civili occuparsi di questo, più urgente della povertà, della scuola, della disoccupazione. Perché come dice Bret Easton Ellis, loro non chiedono di non essere discriminati, loro vogliono comandare. Un’agenda presumibilmente dettata da una regia che non so decriptare, ma i cui effetti sono lampanti (come altrimenti spiegare, per esempio, le parole di commiato di Gentiloni, la sua eredità politica: “sono fiero di aver guidato un governo che ha fatto le dat, e di essere di un partito che ha fatto le unioni civili”?). Adesso lo stanno facendo – occupare il centro della scena oscurando il resto – nella Chiesa, con la conseguenza che in questo momento anche tanti uomini di fede santa e dottrina solidissima non hanno più il coraggio di dire sull’omosessualità la verità, cioè che è un disordine, e che i rapporti omosessuali sono un peccato. O magari la dicono, ma durante la giornata contro l’omofobia, dunque piegandosi ai diktat di un’agenda imposta alla Chiesa dall’esterno, e totalmente non reale rispetto alle vere necessità dei fedeli (io ho bisogno di qualcuno che mi ricordi che il mio problema sono io, non gli altri che mi trattano male).

Se purtroppo la Miriano non è solo un problema per sé stessa ma anche per la società, imbarazzante è come sostenga che la sua priorità sia quella di sentirsi dire che gli altri sono sbagliati.
Ribadisce anche che a lei non fregava nulla di quei gay a cui venivano negati pari diritti: dato che lei poteva tranquillamente sposarsi ed aveva già ciò tutto che le serviva, lo stato non aveva ragione di occuparsi degli altri. E già che c'è, perché non accusare gli altri di aver fatto perdere tempo al Governo nonostante sia stata proprio lei e i suoi amichetti di merende omofobe a tentare di bloccare il più a lungo possibile la legge sulle unioni civili?

In quello che appare come un crescente delirio, la fondamentalista Miriano incalza:

Come al solito la Chiesa arriva a saldi finiti, e mentre i preti omosessuali sono consultori di Dicasteri, fanno corsi per insegnare la fedeltà omosessuale, e poi su su salendo di grado fanno carriera e gestiscono immobili e soldi e porpore cardinalizie, dettano la scaletta dei giornali, la Chiesa sembra ancora credere alla bufala della sofferenza di coloro che non si sentono accettati. Magari alcuni ci credono sinceramente, ma perché non conoscono la realtà. Le persone con attrazione verso lo stesso sesso soffrono perché soffrono, non perché non accettati, cosa peraltro sempre più falsa (sto ancora aspettando che ci raccontino una storia vera su questo, di qualcuno maltrattato nella Chiesa per la sua inclinazione). Il magistero è rimasta la loro unica speranza di uscire dalla loro sofferenza, che non passa se tutti fanno pat pat sulla spalla. Non passa finché non viene affrontata.

Tradotto: l'omofobia non esiste, l'omosessualità va ritenuta una "malattia" da curare e i preti devono suggerite quelle torture psicologiche che hanno spinto numerosi adolescenti al suicidio. Ribadendo che lei non tollera si possa parlare di orientamento sessuale dato che le fa gioco sostenere che i gay siano affetti da una non meglio precisata «inclinazione», siamo davanti ad una fondamentalista che ha difeso strenuamente un sacerdote che dal palco diceva che «i gay meritano la morte» mentre nega che la Chiesa abbia atteggiamenti omofobi.
Ricapitolando, dunque, i gay non capirebbero nulla e lei, in quanto ostentatamente eterosessuale, saprebbe per certo che Dio li odia e che la Chiesa abbi il dovere di invitarli ad odiare la propria natura in virtù di come lei si dica certa che possano essere guariti attraverso la psicologia (no, non ci sono virgolette dato che lei parla proprio di curare l'omosessualità). Scrive:

Il Papa lo ha accennato in aereo, da piccoli si può intervenire con la psichiatria. Lui poi ha aggiunto “intorno ai venti anni non più”, ma io conosco persone che hanno affrontato e vinto questa battaglia anche molto dopo i venti anni, perché hanno avuto al loro fianco qualcuno che ha detto loro la verità. Un cattolico. Perché il lavoro medico da solo non basta, serve anche quello spirituale.

Giurato su Dio che gli psichiatri possano guarire i gay dalla loro omosessualità (ma solo alla presenza di un cattolico), la fondamentalista Miriano sottolinea che lei è convinta che i bambini gay debbano essere curati. Inveendo istericamente contro il Vaticano, aggiunge:

La Sala Stampa nel bollettino ufficiale ha poi corretto l’affermazione, scrivendo “si possono fare tante cose” e togliendo la parola psichiatra. L’instancabile Martin arrampicandosi sugli specchi si è affrettato a spiegarci che il Papa intendeva dire che lo psichiatra serve ai bambini perché si sentono discriminati. Dopo i venti anni, allora, caro Martin, non c’è più discriminazione? Allora tutta la storia dell’omofobia dunque è falsa? Scegli. O ammetti che il Papa ha detto quello che ha detto – psichiatra, c’è la registrazione – proprio perché intendeva parlare di cura o ammetti che l’omofobia non esiste e quindi come dici tu non serve più lo psichiatra che serviva da bambini.

La fondamentalista è stata chiara: lei parla di cura. Chissà come ne pensa l'Ordine dei Giornalisti di una loro iscritta che nel 2018 scrive nero su bianco che l'omosessualità possa essere curata anche se l'intero mondo accademico la pensa diversamente (al punto che se uno psichiatra facesse ciò che la Miriano dice, verrebbe doverosamente inibito alla pratica della professione per manifesta violazione dell'etica).
Si passa così a sostenere che la stragrande maggioranza degli abusi sia compiura dai gay, incurante di come i dati dicano l'opposto:

Non so perché questa correzione, e non so perché tutto questo avvenga, non sono brava con le trame. Forse il Papa nel mea culpa per gli abusi in Pennsylvania non ha nominato la parola omosessualità proprio per non offendere, non far sentire nessuno non accolto, per non gettare sale nella ferita dell’omosessualità che già fa male da sola. Forse voleva solo parlare degli abusi e non della piaga della Chiesa, perché non tutti gli omosessuali, certo, commettono abusi, e voleva evitare il rischio dell’identificazione dei due fenomeni. Certo, non tutti gli omosessuali commettono abusi, ma la stragrande maggioranza degli abusi è compiuta da omosessuali. E la pratica omosessuale tra preti adulti consenzienti è un abominio, indipendentemente dal consenso. E’ un abominio prima di tutto per chi la compie e un padre di quei sacerdoti deve condannarla, per il bene loro e della loro anima, per la loro salvezza eterna e per la loro vita qui. Se, come noi crediamo e annunciamo, l’omosessualità è un disordine, questo influisce su tutta la vita del sacerdote.

Forse la fondamentalista si è dimenticata di accendere il cervello o forse è talmente abituata a ripetere a pappagallo degli slogan da non accorgersi più di ciò che dice. Durante la sua campagna diffamatoria contro padre Martin, giurava che «nessuno di noi, tanto meno un figlio prediletto di Cristo, è definibile in base alla propria inclinazione sessuale, ma è sempre molto, molto di più». Ora giura l'esatto opposto perché le fa comodo. Non sarà che sia lei ad aver bisogno di un bravo psichiatra?

Lo sproloquio pare infinito, ma degno di nota a indicare la follia della tesi sostenuta:

Al sacerdote è richiesta una virilità persino superiore di quella che è richiesta a un laico, a uno sposato. Il sacerdote in confessionale ha bisogno di un sacco di testosterone. E anche nel suo darsi e morire per i fedeli come Gesù realizza la chiamata a essere profondamente uomo. Un sacerdote omosessuale che non combatte la propria inclinazione non può essere un buon sacerdote, e la Chiesa non deve avere paura di dirlo, e infatti il Papa lo dice: non devono neanche entrare in seminario. Non è che gli omosessuali non siano virili, è che si sentono feriti nella loro virilità, e vanno aiutati a tornare fieri di essere veri uomini, qualunque ferita abbiano subito. La vera accoglienza è dire la verità con dolcezza.

Per proprietà transitiva, se essere eterosessuali significherebbe essere «veri uomini», in che modo la signora Miriano sta definendo i gay? E in che modo un gay sarebbe «ferito nella sua virilità» solo perché la Miriano li odia?

A quel punto la signora Miriano si mette a giurare che chi accetta i gay è destinato all'estinzione, buttandola sulla politica. Attraverso un'analisi altamente pressopochista, ideologica e populista, afferma:

Non so perché tutta questa cautela, ma se è per non allontanare nessuno, per far sentire tutti accolti, per non essere divisivi, forse vale la pena guardare cosa è successo a tutti i governi gayfriendly negli ultimi tempi. Sono stati quasi tutti cancellati, travolti, spariti. Una esilissima minoranza ha vinto risucchiando la scena, la maggioranza non l’ha sentita come una priorità, e ha votato di conseguenza. Comunque la si pensi, ciò che è chiaro nella percezione comune è che la causa omosessualista non può imporsi in questo modo ideologico e falso. Quindi, se l’obiettivo sono i consensi, mi pare che nella Chiesa stia un po’ succedendo quello che è successo negli scenari politici di molti paesi: Hollande, Cameron, Renzi, Zapatero, Hillary Clinton avevano tutti i media a favore, ma la percezione comune era molto lontana dalla loro narrazione imposta dall’alto. Nella Chiesa non si vota, e i suoi veri figli rimarranno amanti di questa madre per quanto sporche possano essere le sue vesti. Però tanti stanno attraversando uno smarrimento e una sofferenza: tante parole chiarissime e buone sono state dette, ma forse qualche gesto ha creato confusione.

Si passa così a sostenere che al posto di parlare di accettazione verso i gay, lei avrebbe preferito ascoltare preti che sostengono che per essere «veri uomini» sia necessario la forza fisica. Un tema che da tempo la appassiona, tant'è che in passato suggeriva alle altre madri di seguire il suo esempio nel portare i figli maschi a guardare uomini che facevano a pugni o nell'invitarli ad usare armi giocattolo per dichiarare guerra agli amici. Oggi troviamo suo figlio che celebra la nascita di Hitler sui social network, ma la Miriano continua a sostenere che quello sia il modo giusto di indottrinare un maschio perché, a suo dire, non si sarebbe maschi se non si ambisce alla sopraffazione. Scrive:

Perché per esempio al posto di Martin a Dublino non è andato a parlare Fr. Mike Schmitz che ha scritto un meraviglioso libro sull’attrazione verso lo stesso, pieno di intelligenza e comprensione e delicatezza, ma in linea con il magistero? E’ lo stesso sacerdote che tiene corsi agli uomini sulla virilità, su come essere veri uomini cristiani, e che è amatissimo e seguitissimo, che sa infiammare i cuori con l’orgoglio di appartenere a Cristo, senza però mai attaccare nessuno. In più, come bonus, ha fatto anche due Ironman. Per me molti sacerdoti sono supereroi, ma se nuotano per 4 chilometri, pedalano per 180 e poi corrono una maratona, be’, lo sono anche di più.

Quindi, ricapitolando, sulla base di una Chiesa che dovrebbe guardare a Salvini e a Trump come esempi da seguire in virtù di quanto il populismo e la legittimazione delle discriminazioni porti voti, lei chiede che la Chiesa le doni un po' di omofobia mentre spergiura che i bambini degli altri debbano essere torturati in ode a quanto ritenga che la sue fantasie sessuali debbano essere ritenute un "merito" agli occhi di Dio. Ovvio, no?
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