È guerra aperta tra l'integralismo e Bergoglio. Cascioli invita i suoi proseliti ad ignorare le parole del Papa


Riccardo Cascioli ha ormai deciso di dichiarare guerra aperta a Bergoglio. Forse sentendosi rafforzato da un Matteo Salvini che gli ha fornito visibilità nel proporli come alternativa ad un Papa che osa ricordare il messaggio di accoglienza predicato da Gesù, da giorni ha ormai avviato una pesante macchina del fango contro il Pontefice.

Facendo un passo indietro, è qualche giorno fa che sulle pagine della sua Nuova Bussola Quotidiana trovavamo un articolo di Enrico Zeni che muoveva pesanti accuse contro Bergoglio e contro qualunque prete non ritenesse che l'omofobia debba essere ritenuta un dogma di fede. Tra le altre cose, scrivevano:

Anche l’Italia ha il suo padre Martin. Non ha la stessa fama, forse nemmeno la stessa sfrontatezza, ma di fatto fa lo stesso lavoro: corrode poco a poco la dottrina cattolica sull’omosessualità. Mettendo in archivio san Paolo, Santa Caterina da Siena e tutti i papi che hanno affrontato il tema.

Pare esserci molta ipocrisia in un sito che non ha remore nel lodare chi sequestra illegalmente dei migranti in barba all'invito all'accoglienza predicata dalla viva voce di Gesù per poi ricorrere a parole pronunciate da uomini nel tentativo di sostenere che l'omofobia debba essere ritenuto un dogma di fede.
In altre parole, Gesù può essere ignorato perché il suo invito non piace al fondamentalismo, ma le parole dei papi contro i gay devono essere ritenute legge divina dato che fanno comodo alle loro mire politiche. E se basterebbe questo a ritenere assurdo l'intero ragionamento, è all'interno della sua compagna contro il Papa che Cascioli se n'è uscito pure con un articolo di Stefano Fontana dal titolo "No, il Papa non ha sempre ragione" in cui afferma:

Il fedele cattolico deve stare “sempre e comunque” dalla parte dei Pastori? È quello che di questi tempi alcuni sostengono, ma un'affermazione del genere indica un positivismo cristiano che evita di fare i conti con la verità e la ragione, a cui anche i Pastori sono tenuti.

Ma come? Non dicevano che accettare opinioni divergenti da quelle del fondamentalismo cattolico fosse da intendersi come lesa maestà ai Papi del passato? Com'è che, quando gli fa comodo la loro regola cambi e i Papi diventino uomini che possono tranquillamente essere ignorati?

L'ipocrisia prosegue con un giornale che ha cercato di censurare l'opinione di Padre Martin perché ritenuta in contrasto con i loro desideri omofobi ed ora se ne esce dicendo:

Non esiste quindi un obbligo assoluto e incondizionato del fedele a seguire quanto i Pastori gli dicono. Ciò non vuol dire che si debbano fare le guerre interne alla Chiesa, perché la carità va sempre salvaguardata anche quando ci si impegna per la verità. Però la carità non chiede di contraddire o tacere la verità, perché anche la verità è caritatevole.

Quindi perché mai non vogliono che qualcuno possa dire la verità sul fatto che l'omosessualità è parte del progetto di Dio? Non sarà che Cascioli ambisca ad auto-proclamarsi detentore della realtà divina come se fosse un ideologo dell'Isis?
La conclusione dell'articolo pare un giro di parole che mira a tenere i piedi in due scarpe, presumibilmente sperando di poter sostenere che Bergoglio sia ignorabile ma che i pregiudizi predicati da Cascioli debbano essere intesi come dogmi incontrovertibili:

A due punti bisogna porre particolare attenzione. Il primo è logico: se il Pastore insegna qualcosa che contraddice quanto la Chiesa ha sempre insegnato, è lecito fermarsi nell’ossequio al suo insegnamento. Come pure se egli assume una logica teologica diversa da quella che la Chiesa ha sempre utilizzato. Il secondo è filosofico: se il Pastore dice cose contrarie a quanto detta la retta ragione, per esempio in campo morale, non esiste obbligo di assenso ai suoi insegnamenti. Quando il Pastore insegna errori non è più Pastore.
Quanto detto finora nega quindi l’obbligo di fedeltà al magistero inteso come fedeltà cieca ad un positivismo episcopale o papale, e ammette una disposizione critica o di rifiuto del fedele quando alcune delle condizioni negative viste sopra dovessero verificarsi in modo inequivocabile e sistematico.
Del resto, ciò viene confermato anche ad un livello più alto. Gesù Cristo non ci chiede di rinunciare alla nostra ragione, alle verità morali naturali, ad adoperare il principio di non contraddizione …, anzi, ci chiede di esaminare la stessa fede cristiana anche con questi strumenti di credibilità o di ragionevolezza. Cristo stesso, quindi, non ha voluto creare un positivismo cristiano. Perché mai dovrebbero farlo i Vescovi o il Papa?

Peccato che sia sufficiente che dei cristiani lgbt si diano appuntamento per degli incontri di preghiera perché Cascioli inizia a sbraitare che i vescovi dovrebbero intervenire per vietargli di poterlo fare. Si dice certo che Dio sia espressione dei suoi pregiudizi e del suo odio contro il prossimo, ma poi cambia opinione quando chi ha più potere di lui si ricorda delle parole di Gesù anche contro l'interesse politico del fondamentalismo.
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