Pillon non risponde alle domande di Zucconi, definendo una «campagna di discredito» il chiedere conto delle sue affermazioni


Il senatore leghista e neocatecumenale Simone Pillon si è più volte rifiutato di rispondere alle domande di Edoardo Buffoni e Vittorio Zucconi su Radio Capital, quasi temesse di dover proporre idee al posto di poter ripetere a pappagallo gli slogan coniati dalla lobby di Massimo Gandolfini. È stato questo il motivo che ha fatto perdere le staffe ai conduttori.

In un’intervista a La Stampa, Pillon dichiarò: «Impediremo alle donne di abortire». Contro le Unioni civili, aggiunse: «Le abolirei, la famiglia è quella naturale». Ed intanto nel suo ddl sul divorzio propone di abolire gli assegni di mantenimento per i figli e trasforma i bambini in pacchi da sballottare tra due case secondo tempi da lui decisi.
Zucconi ha attaccato il senatore leghista chiedendogli: «Perché ce l'ha con l'autonomia delle donne?», «perché lo Stato deve costringere una donna a partorire?». Pillon ha tentato di svicolare la domanda con le sue solite manfrine: «Io non rispondo a questa domanda perché è mal posta e non ha alcuna ragion d’essere: io sono padre di due figlie, sono marito di una moglie, sono fratello di due sorelle, sono figlio di una madre. Con le donne ho un rapporto meraviglioso, non posso difendermi in una domanda del genere. Se vuole parliamo del ddl sull’affido-condiviso, se vuole farmi domande serie, altrimenti abbiamo tutti di meglio da fare».
Ma dato che il tema erano le affermazioni rilasciate da Pillon a La Stampa, Zucconi ha insistito: «Perché lo stato deve costringere una donna a portare fino alla fine una gravidanza, come vuole lei?». Pillon replica: «Perché non mi fa domande serie? Sono stato contattato per fare un’intervista sull’affido condiviso, se vi interessa parliamo di quello. Se volete fare campagna di discredito nei miei confronti, lo potete fare. Se parliamo di quello andiamo avanti. Lei mi vuole far mettere giù il telefono: quello che io devo dire questa sera riguarda l’affido condiviso».
Zucconi ha così precisato: «Il senatore non può scegliere di rispondere alle domande che vuole, non siamo in un talk show della Lega. Lei è pagato da noi, deve rispondere». Ma al posto di rispondere, Pillon se n'è uscito con un: «Anche lei è pagato dallo Stato».
Davanti al proverbiale bullismo leghista e agli insulti usati come mezzo per nascondere la mancanza di idee, Zucconi ha perso le staffe ed ha chiuso il collegamento dicendo: «Tagliatelo, fuori dalle balle».

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