Tosatti torna ad attaccare padre Martin e spergiura che «l'equilibrio» è rappresentato dai preti che vogliono «curare» l'omosessualità


Riccardo Cascioli è un integralista che si propone ai suoi lettori come il detentore della verità di Dio contro l'umo, sommo giudice incaricato di sancire che chi è di diverso da lui deve essere ritenuto necessariamente sbagliato.
Impegnato da giorni a gestire una macchina del fango contro padre Martin (il gesuita sgradito alle lobby del fondamentalismo organizzato per le sue posizioni di apertura verso i gay), è in un surreale articolo a firma del vaticanista Marco Tosatti che la sua Nuova Bussola Quotidiana si lancia nel sostenere che basti un'opinione favorevole alla loro politica discriminatoria per sostenere che non si debba tener conto degli altri.
Sbagliano gli altri a vivere. Sbagliano gli altri a pensare. Lo assicura Tosatti, asserendo che il lettore non deve assolutamente leggere le due opinioni e di decidere, deve prendere per buono il suo sostenere che Dio è omofobie che l'odio contro i gay sarebbe un dogma di fede.

Sostenendo che l'accettazione dell'omosessualità sarebbe una tematica capace di «lacerare la Chiesa» ed etichettato padre Martin come un «attivista lgbt», il vaticanista Tosatti presenta tutto tronfio l'opinione di un sacerdote africano che pare condividere la sua ideologia del disprezzo:

Il cardinale africano risponde alle tesi di padre Martin che vorrebbe "normalizzare" l'omosessualità e ricorda che l'amore alle persone è vero solo se è nella verità. E propone cammini di accompagnamento secondo gli «insegnamenti immutabili» di Gesù. «Prima ci sono le persone stesse, che sono sempre buone, perché esse sono figlie di Dio. Poi ci sono attrazioni verso lo stesso sesso, che non sono peccato, ma sono in contrasto con la natura umana. E infine ci sono le relazioni dello stesso sesso, che sono gravemente peccaminose e dannose per il benessere di coloro che vi prendono parte».

Asserendo che l'accettazione dei gay sia «discutibile» e giurando che l'omofobia sia sinonimo di «equilibrio», Tosatti prosegue il suo intervento con un'attacco frontale ai sacerdoti che mettono in dubbio le discriminazioni contro i gay che sono state introdotte nel 1975. Una data importante, dato che chi afferma che "è sempre stato così" sta mentendo nel tentativo di attribuire alla volontà divina delle teorie antiscientifiche coniate solo recentemente da degli uomini:

“È possibile rimanere fedeli agli insegnamenti della Chiesa senza voltare le spalle a milioni di persone”: così si intitola un editoriale che il cardinale Robert Sarah ha pubblicato sul Wall Street Journal del 31 agosto, per esprimere la sua opinione su un argomento che, dopo Dublino, sta lacerando la Chiesa: e cioè la questione delle persone omosessuali, e del modo in cui possano essere nella Chiesa stessa. Come abbiamo visto, il gesuita attivista LGBT James Martin ha rubato largamente la scena mediatica al Meeting delle Famiglie, con una relazione estremamente discutibile – e contestata - . Il cardinale Sarah risponde, con equilibrio, ribadendo principi fondamentali.

Ed ancora, è nel tentativo di intenerendo che i gay debbano essere perseguitati e disprezzati solo perché in passato li si reputava "malati", Tosatti sentenzia:

«Nel suo insegnamento circa l'omosessualità, la Chiesa guida i suoi seguaci a distinguere la loro identità dalle attrazioni e dalle azioni. Prima ci sono le persone stesse, che sono sempre buone, perché esse sono figlie di Dio. Poi ci sono attrazioni verso lo stesso sesso, che non sono peccato se non volute o seguite da azioni, ma sono comunque in contrasto con la natura umana. E infine ci sono le relazioni dello stesso sesso, che sono gravemente peccaminose e dannose per il benessere di coloro che vi prendono parte. Le persone che si identificano come membri della comunità LGBT hanno diritto a questa verità nella carità, soprattutto da parte del clero che parla a nome della Chiesa su questo argomento complesso e difficile».
«La mia preghiera è che il mondo dia finalmente attenzione alle voci dei cristiani che esperimentano attrazione verso lo stesso sesso e che hanno scoperto la pace e la gioia col vivere la verità del Vangelo. Sono stato benedetto dai miei incontri con loro, e la loro testimonianza mi commuove profondamente. Ho scritto la prefazione a una tale testimonianza, il libro di Daniel Mattson, "Perché non mi definisco gay – Come ho recuperato la mia identità sessuale e trovato la pace" con la speranza che la sua e voci simili siano megli ascoltate».
Uno dei (numerosi) rimproveri che vengono rivolti all’attivista LGBT James Martin è che questa categoria di persone è molto trascurata nella sua predicazione. E invece dice il card. Sarah, «questi uomini e donne testimoniano la potenza della grazia, la nobiltà e la resilienza del cuore umano e la verità dell'insegnamento della Chiesa sull'omosessualità. In molti casi, essi hanno vissuto lontani dal Vangelo per un periodo, ma sono stati riconciliati a Cristo e alla sua Chiesa. La loro vita non è facile o senza sacrificio. Le inclinazioni omosessuali non sono state vinte. Ma hanno scoperto la bellezza della castità e della casta amicizia. Il loro esempio merita rispetto e attenzione, perché hanno molto da insegnare a tutti noi su come migliorare l’accoglienza e accompagnare i nostri fratelli e sorelle in autentica carità pastorale».

Grave è come il prete africano voglia sostenere che l'omosessualità sarebbe una qualche forma di "scelta" dalla quale si potrebbe "uscire" a proprio piacimento. Grave è come parli di un orientamento sessuale nei termini di «inclinazione» e grave è come tenti di spacciare per un'opera di carità la loro persecuzione.
Non si contano i giovani che sono stati spinti al suicidio dal pregiudizio e qui non siamo dinnanzi a due integralisti che tentando di convincere ignoranti e bigotti che la discriminazione e l'odio contro i gay sia una strada da seguire. Il tutto in quelal menzogna che tenta di spacciare il pregiudizio come un«diritto» del perseguitato.
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