Cascioli attacca il Sinodo: «Dovevano dire che l'omosessualità non è naturale e che bisogna proporre terapie riparative»


Se il politichese adottato nella stesura del documento finale del Sinodo sui giovani lasciava margini di dubbi sulla reale apertura della Chiesa nei confronti delle persone lgbt, a farci ben sperare è l'ira di Roiccardo Cascioli. L'integralista sta sbraita come come un indemoniato che lui odia i gay e che non sa che cosa farsene di un Dio che non può essere citato quale giustificazione al suo profondo odio verso le persone lgbt, gli stranieri e le donne.
Sulle pagine della sua Nuova Bussola Quotidiana, è Riccardo Cascioli in persona a firmare un ignobile articolo dal titolo "Lgbt o no, l'omosessualismo avanza". Il termine "omosessualismo" è un neologismo coniato dai gruppi neofascisti a lui vicini, il quale sottintenderebbe che l'omosessualità sia una ideologia dato che loro non accettano che la natura possa comprendere varianti al loro essere maschi di pelle bianca che hanno erezioni alla vista di una femmina.

Con la sua solita violenza verbale, il fondamentalista Cascioli parte da una negazione della realtà. Nonostante sul suo sito abbia pubblicato abominevoli articoli in cui il suo Tommaso Scandroglio chiedeva che ai gay fosse negato persino il funerale, lui sostiene che la Chiesa accogliesse già più a sufficienza i gay:

Anzitutto perché vuol dare l’idea che l’accoglienza per le persone con tendenze omosessuali sia una novità di questi tempi, come se fino a cinque anni fa tali persone si vedessero sbarrate le porte delle chiese. Basterebbe rileggere il Catechismo o anche la Lettera ai vescovi sulla cura pastorale delle persone omosessuali (Congregazione per la Dottrina della Fede, 1 ottobre 1986) per capire che le cose non stanno affatto così. La Chiesa ha sempre guardato alla persona pur avendo chiaro il giudizio sul peccato. Se c’è una novità è invece l’accoglienza dell’omosessualità, ed è questo che rende menzognera la seconda parte dell’affermazione. Perché la dottrina sta già cambiando con la prassi – come noi abbiamo già più volte riportato - e il documento del Sinodo registra fedelmente questo cambiamento e la valorizzazione dell’omosessualità.

E sempre lì si cade. Cascioli giura su Dio che l'omosessualità debba essere ritenuta "un peccato" e non una naturale variante dell'orientamento sessuale come riconosciuto dalla scienza, giurando che il pregiudizio debba prevalere sulla realtà se vomitato in un abuso della credenza religiosa. Ed è sempre sostenendo che lui non tollera si possa discutere la validità di un dogma creato dagli uomini contro la realtà scientifica, aggiunge:

«Esistono questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità che hanno bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale…», inizia il Documento finale al numero 150. Le stesse parole che sono risuonate al recente Forum nazionale dei cristiani Lgbt svoltosi a inizio ottobre nella diocesi di Albano Laziale. L’antropologia cattolica è molto chiara al proposito, così come il Magistero, senza considerare che la Teologia del Corpo di san Giovanni Paolo II è quanto di più approfondito si possa pensare in materia. Perciò la presunta necessità di ulteriore riflessione è soltanto un pretesto per poter rivedere l’argomento omosessualità.

Il suo punto di vista è chiaro: dato che a lui piacciono le donne e dato che lui non si fa problemi a dire che gli altri debbano essere ritenuti inferiori a lui, non capisce perché mai ci si dovrebbe occupare del prossimo quando lui è a posto nel proclamarsi migliore dei suoi fratelli. Ed è così che si lancia nel chiedere che la Chiesa dica che i gay sarebbero sbagliati:

Malgrado la forte pressione che c’è anche nella Chiesa per normalizzare l’omosessualità, il documento del Sinodo evita di dire una parola chiara sull’argomento, magari citando il Catechismo e ribadendo, pur nell’accoglienza della persona, il giudizio sul disordine oggettivo rappresentato dalla tendenza omosessuale. Tutt’altro, spinge invece la pastorale dei gruppi Lgbt che punta proprio a cancellare quel giudizio. «Esistono già in molte comunità cristiane cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi», dice il documento finale; e prosegue: «In questo modo si aiuta ogni giovane, nessuno escluso, a integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità…».
Sembrano parole generiche, buone per tutti; in realtà spalancano le porte delle parrocchie ai gruppi di cristiani Lgbt che già sono molto attivi, basti vedere il numero crescente di adesioni alle veglie anti-omofobia in maggio.

Qui non solo vomita odio contro i gay, ma attacca chi condanna l'odio omofobico. Per proprietà transitiva, Cascioli pare sostenere che il vero cristiano deve essere favorevole alla violenza omofobica e non deve condannare chi aggredisce qualcuno in virtù del suo orientamento sessuale.
Ed ovviamente Cascioli suggerisce anche che la Chiesa debba promuovere quella fantomatiche "terapie riparative" che lui sponsorizza nelle scuole cattoliche anche se la scienza ufficiale le riconosce come provata causa di numerosi adolescenti spinti al suicidio:

Non si può parlare di «cammino di accompagnamento» senza spiegare quale è il suo contenuto: ci sono esperienze come quella di Courage e del Gruppo Lot di Luca di Tolve che accompagnano le persone con tendenze omosessuali nella direzione prevista dal Catechismo; e ci sono i gruppi Lgbt – con denominazioni diverse da diocesi a diocesi – che invece considerano superato il Catechismo e sostengono che l’omosessualità sia una inclinazione assolutamente naturale.

Naturalmente non poteva mancare il suo solito terrorismo, con il suo spergiurare che se i vescovi non odiano i gay è solo perché ne avrebbero paura:

Si tratta con tutta evidenza di due proposte incompatibili, ma mentre la prima si trova la porta sbarrata nella stragrande maggioranza delle diocesi, i vescovi danno ampio spazio – per convinzione o per paura – ai gruppi Lgbt cristiani. E il documento del Sinodo, con quel linguaggio volutamente ambiguo, è a questi ultimi che spiana la strada. In questo senso, l’aver evitato di inserire nel testo l’acronimo Lgbt è soltanto una mossa strategica per evitare che il paragrafo fosse bocciato, ma la sostanza rimane e non passerà molto tempo che vedremo magicamente rispuntare quell’acronimo in qualche documento ufficiale.

Insomma. nonostante Cascioli dica di reputarsi "cristiano" e nonostante il suo sito politico abusi ampliamene di icone e immagini sacre ad uso propagandistico, l'impressione è che non gli sia chiaro il significato della Parabola del fariseo e del pubblicano. La sua intera esistenza si basa infatti sul sostenere che lui debba essere ritenuto migliore per diritto di nascita e che i suoi fratelli debbano essere perseguitati se non inclini ad omologarsi a lui quale massima espressione di una nuova "razza ariana" che lui teorizza si fonderebbe sull'emulazione dei suoi pruriti sessuali.
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