La Luce di Maria attacca l'esercizio contro le discriminazioni: «C'è il rischio che quei bambini non prenderanno in giro i compagni gay»


Dopo i forzanovisti di Provita Onlus, anche gli integralisti de La Luce di Maria hanno cercato di creare paura attraverso una curiosa reinterpretazione di un esercizio contro le discriminazioni svoltosi in una scuola di Warrington, in Inghilterra. È accaduto in un articolo intitolato "Bambini delle elementari costretti a scrivere una lettera d’amore gay", nel quale pare surreale come la ripetizione a pappagallo dei vari slogan del fondamentalismo cattolico si alternino a rivendicazioni assurde.

Ad esempio, scrivono:

Il compito in classe di alcuni bambini britannici ha assunto una connotazione particolare in una scuola elementare di Warrington, dove l’insegnante ha chiesto loro di scrivere una lettera d’amore gay in modo tale da insegnare loro il rispetto della diversità in ambito sessuale e quindi di normalizzare le coppie e le unioni omosessuali. Si tratta insomma di un espediente per inculcare sin da giovane età la cultura Lgbt e cercare di evitare che crescendo si possa ritenere motivo di scherno e derisione la tendenza omosessuale di un coetaneo.

Se il parlare di «normalizzazione dell'omosessualità» o di tentativo di «inculcare la cultura Lgbt» paiono connotare una critica dell'autore (tal Luca Scapatello), dovremmo dedurne che lui sia contrario al fatto che i bambini possano ritenere «motivo di scherno e derisione la tendenza omosessuale». E questo senza neppure voler sottolineare che l'omosessualità è un orientamento e non certo una «tendenza» come questa gente ama sostenere in un patetico tentativo di negare la natura.

Da prassi, l'autore inizia a giurare che lui sa che i genitori non avranno sicuramente apprezzato un'educazione al rispetto, forse ritenendo che ambiscano ad avere figli sufficientemente omofobia da rendersi protagonisti di bullismo. Fatto sta che scrive:

In una successiva intervista l’insegnante si è mostrata molto soddisfatta della propria iniziativa, sostenendo che in questo modo i bambini: “Accettano la diversità che esiste nel mondo e che incontreranno tutti i giorni”. Probabilmente i genitori dei bambini non saranno altrettanto entusiasti che in così tenera età i propri figli siano stati costretti a disquisire di tali tematiche. Una simile iniziativa in Italia è stata, infatti, duramente contestata dai genitori: un centro estivo bolognese decise di truccare i bambini in occasione del Gay Pride, suscitando l’indignazione di genitori ed opinione pubblica.

Il collegamento proposto è quanto di falso potesse raccontare, dato che non si capisce quale sia l'attinenza tra l'esercizio inglese ed una scuola in cui gli insegnanti hanno spiegato ai bambini che cosa sarebbe stato quel Gay Pride che all'indomani avrebbe invaso le strade cittadine.
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