L'esultanza di Salvini davanti all'arresto di chi ha saputo proporre un esempio di integrazione

Se non riuscirà a far fallire l'Italia con il suo folle indebitamento e con le sue invettive su imprecisati «burocrati europei» che giura starebbero facendo salire lo spread perché spaventati della sua auto-proclamata supremazia di maschio padano, Salvini spaccherà l'Italia con la contrapposizione sociale che sta fomentando.
Giustizialista contro gli altri e garantista verso tutte le questioni giudiziarie che riguardano i suoi affari, esulta sguaiatamente per l'arresto del sindaco di Riace quasi avesse segnato un goal alla squadra avversaria. Capitanando la fazione dei razzisti e dei nazionalisti, sostiene che le manette dovrebbero screditare un modello di integrazione e di accoglienza contraria al suo tornaconto. D'altra parte che se ne fa lui di migranti che lavorano e che sono integrati nella comunità? A lui servono clandestini a cui è impedito poter sopravvivere senza la criminalità, così potrà creare una situazione di disagio che gli garantirà voti davanti alle invettive contro situazioni che è stato lui stesso a creare.
E se Salvini diceva di non aver dubbi sul fatto che il chiedergli la restituzione dei 49 milioni di euro che per sua stessa ammissione erano stati truffati agli italiani dovesse essere ritenuta una «sentenza politica», ora racconta che l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina serva a sostenere che non sia possibile alcuna integrazione e che lo si debba lodare per il suo impegno nel garantire che i bambini islamnici muoiano prima di poter arrivare nell'Italia ccristiana che lui sogna ad immagine e somiglianza dell'Ungheria di Orban.
Ovviamente Salvini non si è risparmiato dalle sue solite invettive anche contro Saviano e quelli che lui chiama «buonisti», rilanciando il chiaro messaggio che lui non vuole si possa pensarla diversamente da lui. Quindi, dopo aver rodato la rabbia dei suoi proseliti ed averli addestrati ad abbaiare contro la Bolrdini, si allunga la sua lista di dissidenti che devono essere resi oggetto di attacchi verbali da parte dei suoi.
Il fatto che lo scontro sociale sia già iniziato lo si evince dai troppi fotomontaggi confezionati dai suoi proseliti contro le manifestazioni contrarie alle sue politiche, dagli insulti che lui ha coniato e che vengono ripetuti a pappagallo sui social o da come non sembri più esserci limite nell'ostentazione del razzismo, del sessismo e dell'omofobia.
Espressione di una minoranza e respinto alle urne dall'83% degli elettori, Salvini appare come un imbonitore che sta monopolizzando l'attenzione mediatica attraverso lo sdoganamento di un odio che rinnega la storia, la cultura e la tradizione del popolo. Lo fa con toni da bulletto, sperando che basti l'arroganza per ottenere la ragione. Intanto lo spread sale, salgono i morti nel Mediterraneo e diminuisce la speranza di un futuro.
Resta che chi spera che le manette possano fermare le idee è un uomo che pare disprezzare il concetto stesso di democrazia.


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