WCF. Brandi e Coghe annunciano denunce: «Stanno massacrando mediaticamente le personalità africane cristiane»


È il vaticanista Marco Tosatti ad annunciate che gli organizzatori del forum integralista di Verona che verrà patrocinato dalla Lega (e durante il quale si discuterà di sottomissione femminile e di promozione dell'omofobia) puniranno ogni possibile dissenso attraverso una serie di azioni legali mirate ad intimidire i dissidenti. Non male per dei tizi che vanno in giro a dire che l'odio omofobico sarebbe «libertà di espressione».
Ricorrendo ai suoi soliti toni rancorosi e violenti, Tosatti scrive:

A Verona dal 29 al 31 marzo si terrà la XIII edizione del Congresso Mondiale delle Famiglie (WCF XIII). È un evento promosso dall'Organizzazione Internazionale per la Famiglia.
Il solo annuncio ha fatto entrare in fibrillazione tutte le organizzazioni omosessualiste, gli sponsor dell'utero in affitto e dell'adozione a chiunque che hanno cominciato immediatamente nell'operazione in cui sono specialisti, e cioè la creazione di fakenews, comunemente dette false informazioni. Se sono fatti portavoce esponenti della sinistra, come era prevedibile. Tutto questo per dire che siamo ben lieti di pubblicare questa smentita – e l'annuncio di azioni legali – degli organizzatori del Convegno.

Segue un comunicato stampa in cui il forzanovista Toni Brandi e il fondamentalista Jacopo Coghe, in qualità di proprietari di Provita Onlus e ddi Manif pour Tous, dicono che ricorreranno alla violenza giuridica contro chi sbugiarda la loro propaganda. Autoproclamandosi detentori della verità contro la famiglia, i due dichiarano:

“Gli stessi che dicono di combattere le Fake News in nome della verità e della democrazia ne sono i primi produttori. Siamo stupefatti che si voglia colpire un evento costruttivo e pregevole e tappare la bocca alle tante famiglie che chiedono sostegno e attenzione. Noi possiamo solo dire che non ci fermeranno”: Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente del prossimo Congresso mondiale delle Famiglie, che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo, replicano così alle polemiche e alla “campagna di intimidazione mediatica orchestrata a danno di alcuni speaker che interverranno all'evento”.
In merito alle gravi calunnie dirette alla parlamentare ugandese Lucy Akello accusata, attraverso un'interrogazione parlamentare grottesca dell'onorevole Giuditta Pini, di voler reintrodurre la pena di morte per le persone gay, “divulghiamo – aggiungono gli organizzatori – la nota che lei stessa ci ha trasmesso: “Io sottoscritta Lucy Akello, membro del Parlamento dell'Uganda dal 14 dicembre 2015, dichiaro di non aver mai firmato, né sostenuto alcun disegno di legge che prevedesse la pena di morte o l'ergastolo per gli omosessuali. Quando, infatti, un simile disegno di legge fu discusso al parlamento, non ero ancora deputata. Al contrario, mi oppongo fermamente alla pena capitale e svolgo attivamente campagne contro ogni forma di pena di morte per chiunque”.
“E ancora un'altra smentita va fatta” continuano Brandi e Coghe – “quella relativa alla partecipazione al World Congress of Families di Verona di Scott Lively, oggetto anche lui della stessa interrogazione parlamentare: non lo conosciamo e non è mai stato tra gli speaker del nostro Congresso di Verona”.
Quanto alla nigeriana Theresa Okafor, accusata nella stessa interrogazione di sostenere che attivisti LGBT cospirano con il gruppo terroristico Boko Haram, gli organizzatori dichiarano: “Non ci risulta che la Okafor abbia mai usato parole del genere. Nel suo intervento alla plenaria di WCF VI – Madrid 2012 la Okafor non parla di alcuna cospirazione tra Boko Haram e gli attivisti LGBT, ma si limita a domandarsi se non ci sia un legame tra il terrorismo anti cristiano in Nigeria e la cristianofobia occidentale. Ecco quanto ha affermato letteralmente: «In Nigeria, where I come from, we have these fondamentalists, Boko Haram – I'm sure you heard about them in the news, bombing churches – they seem to be helping some people in western countries who are out to silence Christians. The Boko Haram are targeting Christians in Nigeria, so you wonder if there is a conspiracy between the two worlds».
“Certo è singolare – commentano gli organizzatori– che vengano massacrate mediaticamente personalità africane cristiane. Le identità sono tutte belle tranne quando sono in controtendenza rispetto al pensiero unico”.
“Annunciamo azioni legali – concludono Brandi e Coghe – nei confronti di quanti infangheranno il Congresso di Verona e i suoi partecipanti. Le tematiche principali che saranno affrontate durante la kermesse saranno la bellezza del matrimonio, i diritti dei bambini, l'ecologia umana integrale, la donna nella storia e la sua salute e dignità, la crescita e crisi demografica, la tutela giuridica della Vita e della Famiglia, le politiche aziendali familiari e la natalità, con il solo obiettivo di unire e far collaborare leader, organizzazioni e istituzioni per affermare, celebrare e difendere la famiglia”.

Come sempre, i due fondamentalisti dicono che loro esigono di poter decidere come dovrebbero essere le famiglie altrui e che il loro convegno ideologico dovrebbe essere ritenuto la voce «delle tante famiglie» che si riconoscono nella presunta cristianità dell'Africa. A loro pare piacere l'africano ugandese che comanda la donna, purché non sia migrante dato che in quel caso il leghismo spera che il barcone possa naufragare. Proporranno la famiglia di un Salvini che ha avuto figli da manciate di fidanzatine diverse, inveendo che i gay andrebbero discriminati o che la famiglia eterosessuale si dissolverà se non si negherà pari dignità alle famiglie gay. Il tutto negando che ci sia Scott Lively dietro alle organizzazioni integraliste del suo convegno o che siano i suoi amichetti ad aver finanziato la proposta di legge che introduceva la pena di morte per i gay ugandesi.
Fa poi quasi compassione come citino l'autodichiarazione di Lucy Akello sulla data della sua elezione davanti a chi parlava di «ministro ombra». Sarebbe come sostenere che Gandolfini non interferibbe con la politica dato che è il suo tuttofare Pillon a firmare le leggi in cui di avanzano le sue pretese. E per di più, l'accusa che le è stata rivolta è quella di voler riproporre la legge, non di averla scritta.
Evidentemente, dopo anni trascorsi a dire che una legge contro l'omofobia sarebbe «liberticida», ancora una volta i fondamentalisti tornano a sostenere che il dissenso vada intimidito grazie a quelle azioni legali che da anni intentano contro chiunque promuova tolleranza ed inclusione. Il tutto spergiurando che «cristiano» sua sinonimo di «omofobo» o che il sessismo servirebbe ad incrementare la produzione di bambini.
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