Simone Pillon sostiene che la società civile non debba poter esprimere opinioni contro le leggi che lui vorrebbe imporre


Il leghista Simone Pillon (esponente della lobby di Gandolfini in Senato) non ha mai nascosto il suo disappunto per una magistratura che osa basare alcune sue sentenze sul supremo interesse del minore. Per questo motivo intende imporre leggi che contrastino quel principio e che impongano la sua volontà.
Frignando come un bambino capriccioso e raccontando che la società civile non dovrebbe potersi esprimere sulle scelte che lui intende imporre con la forza, il leghista ricorre alla solita filastrocca sui «giudici di sinistra». Un filastrocca un po' stantia dato che per sbugiardarla basterebbe osservare come quei «giudici di sinistra» sarebbero gli stessi che hanno condonato il suo partito dai 49 milioni di euro che la lega ha illegalmente sottratto al popolo italiano. Eppure lui sbraita:


Per quanta tristezza possa fare un senatore che si riduce a parlare di sé stesso in terza persona nel ripubblicare i suoi stessi comunicati stampa. E se davvero la società civile avesse l'obbligo di tacere quando un politico sostiene che nessuno debba potersi opporre al suo volere, sarebbe difficile comprendere quale differenza passerebbe tra una democrazia e una dittatura. Ancor più se si considera come Pillon sia stato ripescato tra i non eletti a nome di un misero 17% dell'elettorato.
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