Riccardo Cascioli si inventa pure una fantomatica "ideologia europeista" in vista delle europee


Dio non vuole la comunanza dei popoli. Dio ama chi si arrocca nel proprio orticello. Dio vuole i porti chiusi, l'abolizione della protezione umanitaria. Dio vuole il sovranismo e il suprematismo. Dio vuole Salvini.
A sostenerlo è Riccardo Cascioli, direttore di quel sito si promozione politica che cerca di propinare come un presunto sito "cattolico". E se basterebbe leggere anche solo mezzo articolo del suo amatissimo Tommaso Scandroglio o della sua Benedetta Frigerio per poter constatare che non ci sia nulla di "cristiano" in chi cerca di far soldi commerciando odio, questa volta ci viene propinato un aberrante articolo dal titolo "L'ideologia europeista ha a cuore il male comune".
Dopo essersi inventato una "ideologia gender" e una "ideologia ecologista", non poteva che mancare una fantomatica "ideologia europeista" dato che la dialettica fondamentalista si basa sul tentativo di creare paure irrazionali contro qualunque idea non sia espressione dei loro più perversi e pruriginosi desideri.

Cascioli tenta di attribuire una volontà religiosa alla sua propaganda elettorale ricorrendo alle parole di quell'arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, con cui il fondamentalista ha più volte collaborato. Il tutto arrivando a sostenere che i diritti vanno comnbattuti:

Le pressioni delle istituzioni europee sugli Stati sui “nuovi diritti” sono elementi del male comune. L’Unione Europea intende bandire dallo spazio pubblico qualsiasi significato assoluto e non si accorge che impone un nuovo significato assoluto, quello di una nuova religione civile. Ecco perché bisogna frenare l’Unione Europea per avere il tempo e lo spazio per costruire un'Europa che ridia a Dio quel primato nel mondo, attraverso cui è stata costituita.

Per la serie: loro vogliono un'Europa confessionale che limiti le libertà individuali sulla base delle pretese dei leader religiosi. Praticamente una copia di quello Stato Islamico che amano citare ogni volvolta vogliono cercare di promuovere razzismo.
E se fa un po' ridere che i deliri di un prelato su Soros possano essere spacciati per una «lectio magistralis», preoccupante è come Crepaldi cerchi di promuovere uno stato etico basato sulla religione quale principio utile a limitare le libertà individuali:

Se per esempio prendiamo il principio del bene comune, così come lo intende la Dottrina sociale della Chiesa, vediamo che esso è nato in Europa e con l’Europa è connaturato. L’Europa nasce come respublica christiana e intende il bene comune come avente un carattere morale, finalistico, analogico e verticale, incentrato sul diritto naturale fondato, sostenuto e avvalorato dal diritto divino. [...]Per esempio, nel campo della biopolitica dobbiamo constatare frequenti pressioni delle istituzioni europee (sia intese come Unione Europea che come Consiglio d’Europa) sugli Stati membri perché aprano la loro legislazione ai cosiddetti “nuovi diritti”, che vengono considerati come elementi del bene comune mentre sono elementi del male comune.

In un paragrafo intitolato "Il primato di Dio nel mondo", si sostiene che lo scopo della religione sia il dominio politico e sociale. Afferma il porporato:

Lo Stato moderno come Summum artificium (Hobbes) sapeva di non potersi reggere senza una religione civile, alternativa e contraria alla religione cristiana. Anche oggi, capita così, e capita così anche per l’Unione Europea, la quale si presenta come neutra dalla religione e dalle religioni, però di fatto porta avanti la nuova religione dell’indifferenza alla religione e dell’europeismo come ideologia assoluta. L’Unione Europea intende bandire dallo spazio pubblico qualsiasi significato assoluto e non si accorge che così facendo impone un nuovo significato assoluto, quello secondo il quale nello spazio pubblico non può esistere nessun significato assoluto. La Dottrina sociale della Chiesa non può accettare l’indifferenza religiosa, perché comporterebbe la traslazione di se stessa da verità ad opinione, cosa che essa non può accettare pena la sua insignificanza.

Proponendo una guerra di religione, aggiunge:

Il più importante è il posto di Dio nel mondo, come ripetutamente (e dolorosamente) invocato da Giovanni Paolo II e, a suo modo, da Benedetto XVI. L’Europa nasce con questo elemento costitutivo: la centralità di Dio nel mondo. Solitamente si dice che nell’Europa sono presenti molti influssi culturali e religiosi, il che è vero. Ma tutti sono stati assunti e purificati dal cristianesimo. L’Europa, alla fine, consiste in questo. Ciò vale anche per la cultura islamica. Non c’è dubbio che anche essa sia presente nella storia dell’Europa, ma la cosa va molto ridimensionata rispetto all’interpretazione corrente.

Iniziando a scimmiottare la dialettica di Salvini, il sacerdote inizia a raccontare che l'Europa è sbagliata perché l'Europa non impone la sua ideologia ai propri cittadini:

Che il processo di unificazione sovrastatale abbia preso una piega non condivisibile è indubbio, proprio alla luce delle esigenze sia dell’Europa che della Dottrina sociale della Chiesa viste sopra. Solo il fatto che l’Unione Europea sia il principale finanziatore dell’aborto nel mondo la dice lunga a questo proposito. Esiste l’ideologia dell’europeismo, portata avanti da molte forze politiche, dalle élite intellettuali del vecchio continente e da ampi strati dell’apparato funzionalistico dell’Unione Europea che opera per cooptazione. Questa ideologia dell’europeismo ha una visione della persona e della vita sociale non condivisibile dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa. Si tratta di una ideologia che non viene proposta ma per molti versi imposta da un apparato – potremmo dire con Gramsci da un “blocco storico” – sovranazionale.

Insomma, l'armata di Cascioli è scesa in campo per carcera di distruggere l'Europa e contribuire al populismo sopranista della Russia di Putin, dove i giornalisti vengono fatti sparire ma i preti sono molto felici di poter impedire alle donne di ricorrere ad interruzioni volontarie di gravidanze nella legalità.
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