Viterbo, consigliere di CasaPound arrestato per stupro. Salvini e Di Stefano chiedono sia castrato


Dicono di diffondere odio per «difendere i bambini» dal «gender» e dagli africani. Peccato che il consigliere di CasaPound arrestato per stupro fosse italiano ed eterosessuale.
Insieme ad un complice, avrebbe violentato una 36enne italiana dopo averla ripetutamente colpita al volto con dei pugni al fine di farle perdere la coscienza.
Lo stupro sarebbe anche stato ripreso con i telefoni cellulari da parte dei due aggressori, ma flgià nel corso della stessa nottata del 12 aprile 2019, a seguito di una perquisizione, le forze dell'ordine sarebbero entrate in possesso di quei filmati, procedendo all'identificazione e all'arresto del neofascista, eletto consigliere comunale con CasaPound in un comune del viterbese.

L'uomo si era fatto campagna elettorale sostenendo che le donne italiane dovessero essere protette dagli stupri commessi dagli stranieri:



Cercando di prendere le distanze, Simone di Stefano chiede la «castrazione non chimica» per il suo militante. Ed anche Salvini si è affrettato a chiedere punizioni corporali degne della sharia: «Nessuna tolleranza per pedofili e stupratori -dice- la galera non basta, ci vuole anche una cura. Chiamatela castrazione chimica o blocco androgenico, la sostanza è che chiederemo l'immediata discussione alla Camera della nostra proposta di legge, ferma da troppo tempo, per intervenire su questi soggetti. Chiunque essi siano, bianchi o neri, giovani o anziani, vanno puniti e curati».
Peccato che il ministro dell'Interno dovrebbe sapere che in Italia si è innocenti sino all'eventuale condanna, motivo per cui il suo aver già deciso che il neofascista debba essere ritenuto colpevole prima del suo processo è un atto che violenta le istituzioni (proporrà la castrazione anche per sé stesso?).
Ma ormai sono mesi che il populismo ha tramutato le istituzioni in una barzelletta che cerca voti con discorsi da bar, certi che il proporre punizioni fisiche piacerà ad elettori che si eccitano sentendo parlare di «ruspe» o di impunità per chi vuole giocare a fare il Texas Ranger con le armi da fuoco benedette da Pillon. Ma tutti sappiamo che rispondere alla violenza con ulteriore violenza non porta a nulla di buono, semplicemente porta a collocarsi sullo stesso piano dei criminali contro cui si inveisce.
Interessante è anche osservare come Salvini sia garantista solo quando è lui a dover dar conto dei 49 milioni di euro che il suo partito ha sottratto agli italiani, così come difficile è dimenticarsi di come inveì contro chi chiedeva lo Ius Soli sostenessero volessero «strumentalizzare i fatti di cronaca» mentre ora è lui a cercare di sfruttare l'onda emotiva di un fatto di cronaca per riuscire ad introdurre la legge del taglione nell'ordinamento del Paese.
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