Salvini va travestito da agente a Quarta Repubblica, vomitando patetiche bufale contro i migranti


Questa volta si è presentato in studio travestito da agente penitenziario, forse in omaggio a quel suo tour elettorale che lo porta a visitare le carceri per sostenere che la presenza di stranii legittimi il suo sostenere che lo straniero sia per sua definizione un criminale (anche se poi indagano il suo capogruppo che avrebbe collaborato con la camorra in cambio di voti). Sempre veicolando il messaggio che la polizia sarebbe "cosa sua" e che gli agenti sarebbero fedeli a lui e non cero allo stato, questa volta si fortunatamente è risparmiato di inventarsi di sana piana falsi morsi all'orecchio di agenti penitenziari da parte di un «nordafricano» come fede da Floris, preferendo inveire contro i 24mila irregolari che lui stesso ha creato durante i suoi 14 mesi di malgoverno. Già, perché basta non essere un miliziano salviniano per poter facilmente comprendere che chiudere i centri di accoglienza e sbattere per strada persone a cui una legge leghista vieta di poter lavorare nella legalità è un atto che va oltre al compiacimento del sadismo dei razzisti: è un atto che crea il problema su cui Salvini basa il suo intero profitto personale.
Lo sa bene il tizio che chiede voti per radere al suolo con le sue ruspe i rifugi dei disperati, proponendosi poi come il tizio che "ripulirà" le strade dalle persone che lui stesso ha sbattuto lì. Praticamente un piano luciferino in cui le vittime vengono ripetutamente abusate per il suo tornaconto personale.

E dato che si era fatto ospitare dall'amico Porro, il leghista dev'esserci sentito legittimato a dare i suoi numeri senza temere che qualcuno lo avrebbe riportato alla realtà. Sempre premettendo che lui non dà alcun valore alla vita di stranieri che scappano da fame e guerra anche se è probabile si tratti di persone che potrebbero pagare la pensione ai nostri anziani se solo fossero integrati, il leghista se n'è uscito con la sua solita litania sui «porti aperti, braghe calate e promesse tradite, l’invasione riprende. I criminali ringraziano».
Ma dato che gli sbarchi non sono cambiati da quando c'era lui al governo e dato che un migliaio di persone non possono certo essere ritenuti una «invasione» come ama giurare il leghista, ecco che il furbetto padano ha puntato tutto sull'inveire contro le 300 persone che sarebbero nella giornata di ieri. Peccato fossero tutti migranti giunti su barche autonome che neppure lui avrebbe fermato dato che le sue invettive contro le Ong non hanno mai fermato gli sbarchi indipendenti a Lampedusa.
Non solo, facendo vittimismo e rivendicando gli atti che l'hanno portato ad essere accusato di sequestro di persona (salvo poi essere salvato dalla casa nel suo richiedere l'immunità), Salvini si è messo a sbraitare che «firmavo i divieti d’ingresso e mi beccavo i processi» mentre oggi che c’è il ministro Lamorgese ne sono sbarcati trecento. Già, peccato che nessuno dei suoi «divieti d’ingresso» abbia mai fermato alcuno sbarco dato che si trattava di atti illeciti. L'unica differenza è che lui lucrava sui disperati prima di farli attraccare.
Altri numeri che non tornano è il negare che attualmente il 44% delle persone sbarcate siano state ricollocate mentre sotto la gestione Salvini quella percentuale precipitava al 3,7%, così come l'odio di Salvini verso le Ong non è supportato da numeri che ci indicano come solo 472 migranti siano arrivati a bordo di quelle imbarcazioni contro i 4.553 giunti in un altro modo anche quando lui avrebbe dovuto fare il ministro (ruolo mai veramente ricoperto dato che preferiva andare in giro a farsi campagna elettorale).
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