Gideon Mendel e le sue fotografie che documentano la vita dei malati di AIDS negli anni '90


Negli anni '90, i malati di Aids venivano visto come una sorta di "untori" che dovevano essere emarginati per non rischiare il contagio. Ancora non si sapeva che la trasmissione poteva avere luogo solo attraverso lo scambio di sangue (ai tempi perlopiù legata all'uso di eroina) e che non si correva alcun rischio nell'entrare i n contatto con i malati.
La prima reazione dei governi fu quella di ignorare il problema, pensando che la nuova malattia colpisse solo i gay e che dunque sarebbe bastato attendere che morissero tutti.
Dato che la popolazione credeva ci si potesse ammalate di Aids semplicemente entrando in contatto con chi ne era affetto, Gideon Mendel fu uno dei pochissimi fotografi che nel 1993 decise di avvicinarsi ai pazienti per immortalare la vita di chi era stato colpito da quello che all'epoca venne chiamato il “cancro dei gay“.
Le sue immagini risultano particolarmente significative dato che Mendel non volle fotografare gli ultimi attivi di vita di persone morenti, ma mostrare l'affetto di compagni e famigliari di chi era ricoverato nei reparti del Charles Bell del Middlesex Hospital di Londra, un ospedale voluta da Lady Diana che era specializzato proprio nella cura dei pazienti con Aids.

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