Il leghista Fontana insulta i 25mila cittadini distendenti che erano in piazza contro il suo padrone: «Indigesti»


La Costituzione garantisce il diritto di manifestazione, possibilmente senza che si debbano subire gli insulti gratuiti di quei leghisti che paiono provare piacere sessuale nell'insultare gratuitamente chiunque osa esprimere dissenso dal loro padrone. Se Maroni definì «quattro deficienti» i manifestanti che protestavano contro quel suo congresso in cui un prete pedofilo si spellava le mani davanti al plurisposato Adinolfi che delirava curiose teorie sull'unica famiglia,
Attilio Fontana si diverte a sostenere che i 25mila lombardi che hanno sfidato il maltempo per radunarsi in piazza Duomo contro Salvini debbano essere ritenuti «indigesti». Sapesse a quante persone sarà indigesto lui, nonostante lui se ne freghi quando pretende che i destinatari dei suoi insulti vengano costretto a pagargli il suo altissimo stipendio pubblico.
Mentre messo a sbraitare che lui si piglierà l'autonomia da solo perché il leghista ama separare e distruggere ogni comunità risulti più grande del proprio pianerottolo (ovviamente sempre che non piova dato che in quel caso il leghista pretende che gli italiani contribuiscano alla sua ricostruzione a discapito di quel suo giurare populisticamente che si sarebbe stato meglio da soli), il leghista non i è risparmiato dal dichiarare che a lui le sardine «mi stanno un po' sullo stomaco se devo essere sincero. Non le digerisco tanto, sono un po' difficili da digerire».

Forse confondendosi con la "flat tax" della Lega che toglieva ai poveri per dare ai ricchi, è sempre la propaganda leghista a riportare altre curiose teorie del governatore lombardo:

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