L'imbarazzante esaltazione di Silvana De Mari da parte della propaganda salviniana


Odi ai gay, detesta gli islamici e ritiene che le donne dovrebbero essere recluse in casa a produrre figli. Tanto è bastato perché Silvana De Mari diventasse una eroina dei populisti, ritrovatasi finanziata da Belpietro come premio per la sua prima condanna penale per diffamazione aggravata.
Esaltata anche dal sito filo-salviniano Affari Italiani, è su quelle pagine che viene così descritta:

Il nemico? Il politicamente corretto e il circolo ultra-gay Mario Mieli di Roma.
Le sue battaglie? L’ultima, contro certi giornali femminili, rei di orientare sessualmente le adolescenti all’orgasmo anale.

Gli ingredienti sono i soliti. La signora si proclama moralizzatrice e chiede che a tutti gli altri sia negata ogni libertà di pensiero perché lei esige di poter imporre loro decidere come debbano fare sesso, chi debbano amare, come debbano nascere e con quali atroci sofferenze debbano perire.
Sempre elargendo encomi e lodi, l'articolo del sito di propaganda populista prosegue sostenendo che si tratterebbe della più grande scrittrice mai esistita, ostacolata da persone che l'articolo si presume di insultare in maniera certosina:

Una delle più vendute scrittrici italiane all’estero ( ma mollata ultimamente dal suo agente letterario, donna dei salotti no-global ) si racconta ad Affari dalla sua scrivania di psicoterapeuta a Torino.
Silvana riempie le librerie come stadi, quando presenta le sue blasonate edizioni ma da un po’ di tempo, i suoi reading tra gli scaffali dei libri, vengono monitorati dalla Digos, come a Brescia, a un incontro letterario: "le femministe del gruppo Una di meno mi contestavano", spiega con amarezza. . Silvana De Mari è un “anti Saviano” in gonnella, medicamento cartaceo che la letteratura contemporanea offre all’anima dei lettori .
La sua è innanzitutto una guerra totale al movimento LGBT: esternazioni come «il movimento lgbt è nato pedofilo» hanno infuocato il web, i salotti e le librerie.

Esaltata la signora, si passa all'intervista, nella quale la signora inizia a raccontare che il sedicente "cristiano" deve essere omofobo e che l'odio sarebbe un "diritto costituzionale":

«L’omofobia cristiana, l’amore per le persone e il disprezzo assoluto per la pratica inaccettabile della sodomia, sono un diritto costituzionale, e un dovere per il cristiano» sostiene Silvana De Mari
Da qui querele, raccolta firme, minacce, sfottò., Un esempio? “Chiediamo la radiazione immediata della dottoressa De Mari dall'Ordine dei Medici di Torino per avere espresso in sede pubblica pareri obsoleti in merito ai rischi della sessualità omosessuale, alla definizione -velata di forti pregiudiziali omofobe- di Gay Bowel Syndrome, per aver ridicolizzato, umiliato, deriso, con la pietà pelosa di chi è in malafede, chi abbia rapporti omosessuali” ha tuonato recentemente una militante LGBT.
Chirurgo, specializzata in endoscopia digestiva , psicoterapeuta, blogger , penna irruente e corrosiva de La Verità, scrittrice di romanzi fantasy ma sottoposta a pesante censura letteraria in Italia, Silvana ha insomma attizzato l’ira di molteplici fondamentalismi.

In quell'alternanza di lodi alla fondamentalista e di insulti contro chi non si piega alla sua volontà e non obbedisce come uno schiavo alle sue abominevoli pretese, il sito di propaganda populista annuncia con fierezza che la signora sta pubblicando un articolo in cui giurerà che il nazismo sia stato colpa degli islamici. E l'articolo conclude:

Tutto nel cuore della Romagna, a Cesena, e tra poco in libreria. Massacro dei cristiani, mafia nigeriana, Islam, LGBT. Perchè tanto attivismo anticonformista, Silvana? Perchè rischiare di finire sul rogo mediatico? “lo faccio per le donne” risponde candidamente l’autrice de “ L’ultimo elfo,” tradotto in diciotto lingue “ lo faccio per i miei amici gay che ho visto morire di Aids”.


Inutile a dirsi, una donna che usa l'Aids come pretesto al suo odio è una donna che fa vomitare, come fa vomitare il sitarello leghista che la esalta in nome di come loro vogliano un mondo che odia tutto e tutti.
1 commento