L'omofobia russa è uno strumento politico di repressione delle libertà di tutti


The Moscow Times, ossia uno dei pochissimi media indipendenti russi sopravvissuto alle censure di Putin, ha provato ad analizzare i motivi per cui la Russia ha avviato una sistematica persecuzione delle persone lgbt. Con argomentazioni molti simili a quelle della Lega di Matteo Salvini, il Cremlino ha cercato di mescolare fede e politica in modo che i dissidenti potessero essere accusati di blasfemia. L'obettivo era quello di far passare l'idea che chi protestava contro Putin non lo facesse per ottenete libertà e libere elezioni, ma fosse lì a chiedere parate gay o imprecisate "derisioni" anti-religiose. In tal modo ogni protesta si sarebbe trasformata in una nuova fonte di divisione pubblica: le persone che protestavano contro le autorità diventavano per impostazione predefinita aderenti ai valori che le autorità stavano attaccando. Chiunque poteva essere accusato di essere un militante lgbt e poteva essere ridotto al silenzio in nome id quella falsa teoria.
E mentre il governo russo depenalizza l'uso della svastica e reprime le libertà individuali in nome di una fantomatica «protezione dei bambini dalle informazioni che danneggiano la loro salute e il loro sviluppo», l'odio diventa strumento per reprimere chi si è lasciato contagiare dall'odio.
1 commento