Viterbo. La 'ndrangheta fece uccidere il picciotto perché gay


Era gay e aveva deciso di vivere insieme al suo compagno, per questo nel 2002 la 'ndrangheta di Vibo Valentia ha ucciso e sepolto in una tomba senza nome Filippo Gangitano, killer e picciotto dei Lo Bianco. Lo ha raccontato il pentito Andrea Mantella, l'uomo che ha aperto la strada all'inchiesta "Rinascita-Scott" che giovedì 19 dicembre ha decapitato la 'ndrangheta vibonese.
L'esecuzione è stata ordinata perché Gangitano era gay e «questa cosa nella 'ndrangheta non poteva essere tollerata» anche se era un picciotto fedele, autore di diversi omicidi ordinati dal clan. «Dissero che Vibo era piena e lo sapevano tutti», racconta il pento, spiegando che era «un disonore» per il clan e lui avrebbe dovuto «risolvere» dato Gangitano era suo cugino, quindi toccava a lui «lavare l'onore della famiglia».
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