È minacciata di morte o di stupro, il sindaco leghista fornisce l'indirizzo di casa sua agli hater


«Ho dovuto togliere il mio nome dal campanello, passo il tempo a tranquillizzare i miei familiari, già spaventati dalla valanga di odio social di cui sono vittima. È impensabile che una donna debba essere minacciata di morte o di stupro solo perché si impegna in politica». Lo dichiara Jasmine Cristallo, la cittadina che ha subito la feroce ritorsione del sindaco leghista di Riace.
Nel giorni scorsi il leghista Antonio Trifoli (dichiarato decaduto dal tribunale di Locri) ha pensato di punire il suo dissenso pubblicando suoi social network l'indirizzo di casa e il numero di telefono privato della coordinatrice nazionale delle sardine all'indomani della partecipata manifestazione tenutasi nella sua città. Nel farlo, ha sostentiuo che le sardine mancherebbero di «rispetto» alla ricca élite leghista e alle numerose lobby che ruotano attorno al Carroccio, motivo per cui lui non riteneva di dover dare «rispetto» a chi si oppone alla dialettica dell'odio con cui il suo partito cerca di cavalcare paure e razzismo.
Pare dunque che le gogne con cui Salvini ha esposto ai suoi haters ogni suo contestatore abbia fatto scuola e che la ritorsione sia divenuta ormai prassi della dialettica leghista, impegnata anche nel cavalcare razzismo, paure e fake news con tanto di post sponsorizzati contro i fatti tutt'altro che dimostrati di Bibbiano.
3 commenti