Provita tenta di riscrivere pure la storia di Matthew Shepard


«Quasi tutto ciò che pensavi di sapere sulla storia di Matthew Shepard è falso». È quanto spergiura la signora Annarosa Rossetto dalle pagine dell'organizzazione integralista Provita Onlus, da anni impegnata nel cercare di promuovere odio e stigma contro le persone gay. Evidentemente intenzionata a spargere fango persino sui morti, è sostenendo che giudici e processi abbiano sbagliato tutto e che la verità sarebbe detenuta dalle lobby anti-gay che la signora attacca lo studente ventunenne che venne picchiato a sangue e lasciato morire legato a una recinzione in un campo vicino a Laramie.
Sbattendosene persino di come i due assassini siano andati in aula a sostenere di aver ucciso il giovane perché colti da “panico anti- gay“ davanti a fantomatiche avance che gli sarebbero state fatte da Shepard, la signora Rossetto esordisce sbraitando:

Quasi immediatamente Shepard è diventato un santo laico, e la sua uccisione è diventato una sorta di “Racconto della Passione” gay, in cui egli ha sofferto ed è morto per la causa dell’omosessualità contro la crescente omofobia e l’odio verso i gay in America.
In effetti, una “industria” intorno a Mathew Shepard è cresciuta rapidamente con spettacoli e fondazioni insieme a leggi sui reati di odio a lui intitolate sia a livello di Stato che nazionale. Diverse Rockstar hanno scritto canzoni su di lui, tra cui Elton John e Melissa Etheridge. Lady Gaga ha eseguito “Imagine” di John Lennon cambiandone il testo per includere Shepard.

A quel punto arriva il complottismo che tanto piace ai populisti, con la signora che si mette a dire che quanto appurato dai giudici deve essere messo in discussione sulla base di un libercoletto che racchiuderebbe voci dell'epoca che lei assicura siano verità rivelata. La donna si mette a spergiurare che «ora sappiamo che gran parte di questa narrazione risulta essere falsa, poco più di un’agiografia gay» e che «ancora prima della morte di Shepard, due suoi amici raccontavano in giro che era stato ucciso per mano di violenti omofobi».
A quel putno Provita Onlus inizia a raccontare che «Shepard era egli stesso uno spacciatore e che era amico e partner sessuale dell’uomo che ha portato a termine la sua uccisione. Infatti il suo assassino potrebbe averlo ucciso presumibilmente perché Shepard era entrato in possesso di una grande quantità di metanfetamine e si rifiutava di rinunciarvi».

Presentando la loro opinabile ricostruzione come una verità da sostituire alla realtà appurata in tribunale anche sulla base delle testimonianze degli assassini, la signora Rossetto inizia a dire che:

L’agenda della “Sexual-Left” è fondata su menzogne. Come tutti sappiamo ormai, la vicenda che ha portato alla Roe vs Wade (sentenza che ha liberalizzato l’aborto negli USA, ndt) era una bugia. E ora si scopre che anche la storia di Matthew Shepard era una bugia.

E chi lo dice? Lo dice quell'organizzazione che da anni va in giro a sostenere che l'omofbia sarebbe lecita perché Toni Brandi e Jacopo Coghe la reputano «diritto di opinione». Quindi perché mai dovremmo credere alla storia o ai giudici se sue i tizi che per profitto negano l'esistanza stessa dell'omofobia paiono divertirsi a infangare la memoria id una vittima di odio?
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