La disonestà intellettuale di Pillon


Sembra che al senatore leghista Simone Pillon piaccia recitare filastrocche come giustificazione alla sua pretesa di impedire azioni mirate al contrasto delle violenze reali. È facile dire che si crede al rispetto vero tutti, ma è doveroso notare che quella non può essere una "giustificazione" alla pretesa di impedire il contrasto verso situazioni specifiche.
Lo fa sostenendo che per lui tutto è uguale e non esisterebbero differenza, anche se il senatore è quello che sbraita che una imprecisata "lobby gay" voglia cancellare le differenze che dice esistano solo quando gli fa comodo. Il risultato è questa porcheria:


Il problema è che è molto facile dire che lui vuole la pace nel mondo manco fosse una candidata a Miss America, ma è una realtà da lui negata che esistono stereotipi e culture che portano il suo amichetto Adinolfi a teorizzare che la donna debba essere "sottomessa" al maschio o per cui lui stesso non perda occasione per sbraitare che lui esige che i gay siano ritenuti inferiori a lui in virtù di come lui dispenserebbe coiti vaginali a sua moglie.
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